1. Il ricorso “per saltum”: che cos’è e perché la Procura lo ha scelto
Il 18 luglio 2025, la Procura di Palermo — guidata dal procuratore Maurizio De Lucia e co-signata da Marzia Sabella e Giorgia Righi — ha deciso di impugnare direttamente in Cassazione la sentenza che lo scorso dicembre ha assolto Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver negato lo sbarco a 147 migranti soccorsi dalla nave Open Arms nell’agosto 2019.
Si tratta di un meccanismo speciale, il “ricorso per saltum”, che permette di bypassare la Corte d’appello. La Procura sostiene che la sentenza ha errato nelle motivazioni giuridiche — pur senza contestare i fatti — e perciò ritiene inutile riaprire l’istruttoria in secondo grado.
2. Motivazioni della Procura
Secondo i pm, la sentenza si basa su un’interpretazione errata delle norme internazionali, secondo cui l’Italia non sarebbe obbligata a garantire un “porto sicuro” alla Open Arms. I magistrati citano invece precedenti della Cassazione civile — come nel caso Diciotti del 2018 — che riconoscono l’obbligo statale di accoglienza ai porti in presenza di operazioni di soccorso.
Perciò, pur ammettendo che i fatti siano accertati, la Procura ritiene che l’interpretazione della legge sia sbagliata, giustificando il ricorso diretto alla Corte di Cassazione.
3. Cosa rischia Salvini?
Con l’ammissione del ricorso, la Cassazione può:
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Rigettare il ricorso, rendendo definitiva l’assoluzione.
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Annullare la sentenza con rinvio, sia per primo grado che per appello.
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Equivalente all’appello, disporre un nuovo processo di secondo grado.
Nel caso 2 o 3, Salvini potrebbe ritrovarsi nuovamente sotto processo.
4. Reazioni politiche
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Salvini, dai microfoni a Milano e sui social ha dichiarato:
“Difendere l’Italia e i suoi confini non è un reato… Evidentemente qualcuno non si rassegna, andiamo avanti: non mi preoccupo.”
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Giorgia Meloni, Premier, ha definito “surreale” questo accanimento giudiziario e ha criticato lo spreco di risorse, mentre il centro‑destra compatto difende il leader della Lega contro il “giudicare l’azione politica”.
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Il ministro Nordio ha stigmatizzato la vicenda, affermando: “Non è da Paese civile”, chiedendo che si “rimedia” a questa situazione.
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Oscar Camps, fondatore di Open Arms, ha ribadito la fiducia nella Procura, auspicando che la verità dei fatti venga pienamente riconosciuta.
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Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto di Salvini al Viminale, ha mostrato solidarietà personale e professionale nei confronti del leader leghista.
5. Il contesto giuridico e internazionale
Negli ultimi anni, le corti italiane ed europee hanno emesso diverse sentenze che ribadiscono l’obbligo statale di offrire un porto sicuro a chi soccorre in mare.
Gli argomenti principali:
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Convenzione SAR e diritto marinò: impone agli Stati di garantire un approdo sicuro a chi opera il salvataggio.
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Giurisprudenza consolidata: la Cassazione civile e la Corte UE hanno più volte sottolineato tale obbligo.
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La sentenza del processo Diciotti ha già stabilito che simili interpretazioni restrittive non sono compatibili con il diritto internazionale.
La sentenza di Palermo si è basata su una presunta “area grigia” dell’ordinamento, che però la Procura e molti giuristi considerano inconsistente.
6. Implicazioni politiche e istituzionali
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Equilibrio tra poteri: la vicenda incendia lo scontro tra esecutivo e magistratura, in particolare sull’autonomia della Procura e la proposta di separazione delle carriere giudiziarie .
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Campagna elettorale e opinione pubblica: salvo l’effetto boomerang, l’eccesso di ricorsi può indebolire la fiducia nelle istituzioni.
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Diritti umani e migrazione: il caso simbolizza la difficoltà europea nel coniugare controllo dei confini e obblighi di salvataggio.
7. Prossime tappe e scenari
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Ammissione del ricorso da parte della Corte di Cassazione: decisione attesa nei prossimi mesi.
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Discussione in sede civile: se ammesso, l’udienza davanti agli ermellini sarà decisiva.
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Nuovo processo?: in caso di annullamento, il procedimento riprenderà al primo o al secondo grado.
Il tempo giudiziario sarà cruciale, poiché con l’avvicinarsi delle elezioni europee la vicenda potrebbe assumere un peso sia nazionale che internazionale.
8. Conclusione
Il ricorso “per saltum” contro l’assoluzione di Salvini nel caso Open Arms rappresenta un passo giudiziario inconsueto e deciso, in un equilibrio delicato tra diritto internazionale, interpretazione normativa e contesto politico.
I prossimi mesi saranno decisivi per stabilire se si tratti di un clamoroso scontro istituzionale o di un tentativo equilibrato per garantire chiarezza giuridica.