L’attacco di Trump alle università mette a rischio la ricerca

Un test per rilevare la contaminazione da piombo nell’acqua, un progetto per misurare la luce più antica dell’universo e uno studio degli effetti del caldo e della siccità sul cervello sono tra i progetti fermi dopo che l’amministrazione Trump ha bloccato i finanziamenti per la ricerca destinati a molte delle migliori università statunitensi.

Nell’ambito della campagna del governo federale per modificare i criteri di ammissione, l’insegnamento e altri aspetti di queste istituzioni, le agenzie che gestiscono i fondi hanno congelato o cancellato almeno sei miliardi di dollari in contratti e finanziamenti per le migliori università del paese. Le giustificazioni sono state varie, oppure del tutto assenti.

L’amministrazione Trump ha accusato le università Columbia e Harvard di non aver saputo fermare “la violenza e le persecuzioni antisemite” all’interno dei campus durante le proteste contro la guerra a Gaza. Quando i finanziamenti per la Penn di Filadelfia sono stati interrotti, lo staff di Trump ha citato il caso di un’atleta transgender a cui nel 2022 era stato consentito di fare parte della squadra femminile di nuoto. Il 20 gennaio Trump ha firmato un ordine esecutivo in cui afferma che attività simili privano le donne di “dignità, sicurezza e benessere”. I motivi della cancellazione dei fondi per gli atenei Cornell, Princeton e Northwestern non sono resi noti.

L’amministrazione Trump ha posto delle richieste per sbloccare i finanziamenti a Harvard e alla Columbia, come quella di imporre una disciplina più ferrea agli studenti. La Columbia ha ceduto, mentre Harvard si è opposta e ha fatto causa all’amministrazione. Più di 200 presidenti universitari hanno firmato una lettera in cui criticano quella che definiscono “un’ingerenza senza precedenti da part del governo”.

Trump e i suoi alleati repubblicani sostengono da tempo che le università d’élite abbiano indottrinato gli studenti imponendo un’ideologia di sinistra. Il 23 aprile il presidente ha firmato un ordine esecutivo con cui si richiede alle persone che effettuano le valutazioni per determinare l’assegnazione dei fondi federali di privilegiare “la diversità intellettuale” nelle università. Gli scienziati sono le prime vittime del tentativo di strumentalizzare i sussidi federali da parte dell’amministrazione Trump.

La Casa Bianca non ha risposto alla nostra richiesta di un commento.

Il 5 aprile centinaia di migliaia di persone preoccupate per le politiche della Casa Bianca hanno manifestato in tutti gli Stati Uniti. Segno che la società civile resiste

A settembre i National institutes of health (Nih) hanno assegnato al team guidato dall’epidemiologa Marianthi-Anna Kioumourtzoglou, ricercatrice della Columbia, un finanziamento di 4,2 milioni di dollari in tre anni per studiare i potenziali effetti sul cervello dei disastri naturali che si verificano in contemporanea, come il caldo estremo, la siccità e gli incendi. Il 10 marzo Kioumourtzoglou ha scoperto che i fondi erano stati cancellati.

Più di sei settimane dopo Kioumourtzoglou ha ancora il suo stipendio, ma i suoi ricercatori hanno perso la loro fonte di reddito. Un collaboratore perderà la borsa di studi a partire da giugno. Kioumourtzoglou aveva partecipato alle proteste organizzate in facoltà invitando i capi della Columbia a resistere alle pressioni dell’amministrazione Trump. “Se perdiamo la libertà accademica e la libertà di espressione, allora che senso ha la ricerca?”, si domanda la scienziata.

Kioumourtzoglou viene dalla Grecia e ha avuto la tentazione di lasciare gli Stati Uniti, ma non è ancora pronta ad arrendersi. “Qualcuno deve pur restare a combattere. Che succederebbe se ce ne andassimo tutti?”.

Alcuni laboratori hanno già interrotto l’attività a causa dei tagli. Quando è cominciato il secondo mandato di Trump, in un laboratorio di ricerca e sviluppo della Penn lavoravano circa 15 persone, tra cui la politologa Heather Huntington. I loro studi si concentravano sull’istruzione, l’attività dei governi e l’uso della terra nei paesi a basso reddito, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo sostenibile. Ora, a causa dell’interruzione di finanziamenti per diversi milioni di dollari assegnati dal dipartimento della difesa e da altre agenzie, il laboratorio sta riducendo l’attività.

Huntington ha già dovuto licenziare diversi collaboratori e cancellare alcune offerte di lavoro. Alla fine di agosto nel laboratorio resteranno solo due persone, compresa lei. Per la ricercatrice è difficile trovare un senso al taglio dei finanziamenti. “È una percentuale irrisoria del budget degli Stati Uniti e sicuramente non pesa sulle tasche dei contribuenti. Eppure le conseguenze di questa decisione sono enormi”.

Julius Lucks, ingegnere chimico e biologico della Northwestern, vorrebbe offrire alle famiglie acqua corrente pulita e sicura. Ha sviluppato un semplice test basato sulla capacità dei microrganismi di individuare il piombo. Il test può rilevare rapidamente qualsiasi contaminazione dell’acqua causata dalle condutture di piombo. Il progetto è in fase di sperimentazione in tutta l’area di Chicago, dove i residenti possono analizzare da soli la loro acqua corrente attraverso i kit forniti da Lucks e scoprire se è potabile. Il 9 aprile Lucks e i suoi colleghi hanno ricevuto una comunicazione dal dipartimento della difesa, che finanziava il loro progetto: avrebbero dovuto interrompere immediatamente l’attività. Nessuno gli ha detto perché.

In molti casi gli scienziati hanno ricevuto informazioni insufficienti da parte delle amministrazioni, oppure sono stati lasciati del tutto all’oscuro. “Ci hanno detto solo ‘abbiamo bloccato il finanziamento, quindi dovete smettere di lavorare oggi’”, racconta David Muller, fisico della Cornell. Tre delle borse di studio assegnategli dal dipartimento della difesa sono state congelate per settimane senza spiegazioni.

Fino a tre mesi fa per molti gli Stati Uniti erano ancora il paese delle opportunità. Ma oggi il sogno americano sta diventando un incubo. L’editoriale di Giovanni De Mauro.

La mancanza di comunicazioni sembra fare parte di una precisa strategia. Abbiamo potuto visionare un’email interna dei Nih del 17 aprile in cui si legge che l’agenzia avrebbe dovuto smettere di assegnare premi alle università a cui erano stati congelati i finanziamenti, dichiarando esplicitamente che le istituzioni coinvolte non avrebbero dovuto ricevere alcuna spiegazione “in merito all’eventualità e alle ragioni del blocco dei fondi”.

Muller dovrà trovare un finanziamento alternativo per pagare i suoi quattro dottorandi. Non è il solo. Altre 75 borse di studio del dipartimento della difesa assegnate alla Cornell sono state cancellate. I fondi servivano a finanziare progetti come lo sviluppo della sicurezza informatica nelle catene di distribuzione dei superconduttori e il miglioramento delle pale delle turbine per gli arei a reazione. “È un attacco chirurgico contro la capacità degli Stati Uniti di rafforzare alcune industrie tecnologicamente avanzate”, spiega Muller.

A Princeton il fisico William Jones sta costruendo uno strumento chiamato Taurus e finanziato dalla Nasa con sette milioni di dollari. L’obiettivo è studiare la radiazione cosmica di fondo, composta dalla luce emessa all’origine dell’universo. Taurus dovrebbe decollare a bordo di un pallone d’alta quota lanciato dalla Nuova Zelanda e sorvolare l’emisfero australe per raccogliere dati al di sopra dell’atmosfera terrestre. Il 31 marzo il team di Jones ha ricevuto dalla Nasa l’ordine di fermare l’attività, senza alcuna spiegazione.

Una parte di Taurus si trova in un laboratorio di Chicago, dove Jones sta cercando di trovare il modo di pagare i professionisti che hanno lavorato al progetto. Le condizioni necessarie per il lancio si presentano una volta ogni due anni, dunque se il progetto dovesse subire un ritardo superiore a otto settimane non sarà possibile far decollare Taurus nel 2027, come previsto. “Non ci hanno comunicato né una ragione né alcuna procedura per sbloccare i fondi”, racconta Jones. “Siamo allibiti”.

Uno scienziato della Cornell – che ha chiesto di mantenere l’anonimato perché risiede negli Stati Uniti grazie a una green card, lo stesso tipo di permesso di soggiorno che l’amministrazione Trump sta revocando a molti – ci spiega che nel caso in cui la sua università dovesse piegarsi agli eventuali ordini di Trump, penserebbe seriamente alla possibilità di partire. “Molti di noi se ne andranno”, sottolinea. “I migliori si trasferiranno in Europa. Non ha senso subire tutto questo”.

Il congelamento dei fondi avrà pesanti conseguenze anche per la popolazione, che perderà gli effetti positivi della ricerca scientifica. “Non poter dire alle persone se l’acqua che bevono è sicura è un problema serio”, spiega Lucks. “Queste tecnologie possono aiutare la gente. Tutti dovrebbero volere che siano realizzate”.

Continua a leggere ↣ : L’attacco di Trump alle università mette a rischio la ricerca

Traduci – Translate – Traduit

Views: 5

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*