Notizie di politica italiana di oggi 13-11-2025

L’Italia politica è attraversata in queste ore da due filoni che catturano l’attenzione

L’Italia politica è attraversata in queste ore da due filoni che catturano l’attenzione: da un lato il vertice bilaterale tra il governo italiano e quello albanese, guidati rispettivamente da Giorgia Meloni e Edi Rama; dall’altro, un dibattito interno su welfare, burocrazia e gli strumenti istituzionali che il Paese utilizzerà nei prossimi mesi. Facciamo il punto sulle principali novità, i protagonisti, le criticità e le prospettive aperte.

Un vertice che vale più di un protocollo

Il 13 novembre 2025 a Roma si è tenuto il primo vertice intergovernativo tra Italia e Albania, occasione durante la quale Meloni e Rama hanno firmato 16 intese su vari temi: infrastrutture, difesa e sicurezza, energia, innovazione e formazione.
Uno degli snodi più rilevanti è il sistema previsto due anni fa di centri per migranti in Albania, destinati a gestire l’accoglienza in collaborazione con l’Italia. Meloni ha dichiarato che quei centri «funzioneranno come dovevano fin dall’inizio», pur ammettendo un ritardo di due anni rispetto ai piani iniziali.

L’Italia è presentata come primo partner commerciale dell’Albania, con circa 3.000 imprese italiane attive nel Paese. Meloni ha annunciato che sarebbe «una grande soddisfazione poter avviare i negoziati politici di adesione all’Unione Europea dell’Albania» durante la presidenza italiana del Consiglio UE nel primo semestre del 2028. 
Rama, da parte sua, ha affermato che l’accordo «lo rifarei cento volte… ma solo con l’Italia».

Le opposizioni suonano campanello d’allarme

Se il governo presenta il vertice come “storico” e come una svolta per la gestione dei flussi migratori, le opposizioni non nascondono la loro critica: per Elly Schlein sarebbe «un fallimento», visto che «800 milioni sono stati buttati per fare prigioni vuote».
La domanda che circola è: se davvero i centri in Albania non sono ancora operativi, quale sarà il reale impatto della firma degli accordi firmati oggi? E in che tempi si potrà passare dal memorandum all’applicazione concreta?

Perché questo vertice incide sulla politica interna

Il tema dell’immigrazione è da lungo tempo al centro del dibattito politico italiano, e l’Italia cerca un ruolo guida in Europa su questo fronte. Quando Meloni dichiara che «non tutti hanno compreso la validità del modello» dei centri in Albania, punta a presentarlo come paradigma per altri Paesi.
In parallelo, l’articolo uscito oggi sull’editoriale de La Gazzetta del Mezzogiorno parla di un «bipolarismo perfetto» che si starebbe formando in Italia: una maggiore chiarezza tra chi governa e chi controlla.
Il vertice con l’Albania dunque non è solo un fatto estero, ma si inserisce nel disegno politico di rafforzare la credibilità del governo in vista delle prossime sfide.

Altri fronti caldi: welfare, burocrazia e partecipazione

Oltre alle relazioni internazionali, emergono dall’agenda politica italiana altri dossier interni dai contorni importanti:

  • L ‘ISTAT evidenzia che in Italia il rischio di povertà è al 18,9% rispetto al 16,2% della media UE, mentre la disuguaglianza del reddito è più elevata.

  • Il governo decide che per chi ha più di 70 anni la carta d’identità non dovrà più essere rinnovata: un provvedimento che mira a semplificare la burocrazia per gli anziani.

  • L’attenzione al tema dell’astensione e della partecipazione è cresciuta: da più parti si avverte che una politica più chiara e competitiva può aiutare a mobilitare l’elettorato.

Questi elementi fanno capire che la politica del governo non è limitata alle relazioni internazionali, ma tocca concretamente la vita quotidiana dei cittadini, il rapporto con le istituzioni e la fiducia nello Stato.

Quali rischi e quali opportunità?

Opportunità:

  • Se l’accordo Italia-Albania funziona sul serio, potrebbe dare all’Italia un ruolo di leadership nella gestione europea dei flussi migratori, rafforzando al contempo le relazioni bilaterali con Tirana.

  • Le misure attese sul welfare e sulla semplificazione burocratica, se attuate bene, possono dare segnali positivi alla società, soprattutto agli strati più fragili.

Rischi:

  • Il ritardo nell’applicazione dei centri migranti in Albania è politicamente vulnerabile: le opposizioni sono pronte a usarlo per denunciare inefficienza o sprechi.

  • La mobilitazione elettorale futura potrebbe risentire dell’astensione e della sfiducia verso le istituzioni: se le soluzioni concrete tardano, la “partecipazione” rischia di calare.

  • Il paradigma del “bipolarismo” auspicato da alcuni editoriali implica che le forze politiche debbano essere più chiare e contrapposte; ma se questo non avvenisse, il rischio è di restare in un limbo competitivo che non produce decisioni forti.

Uno sguardo al domani

Il prossimo passo importante sarà osservare come verranno tradotte in pratica le intese firmate oggi: quali risorse saranno stanziate, quali tempi verranno rispettati, e se davvero i centri in Albania avranno vita concreta nei mesi che verranno.
Sul fronte interno, gli indicatori sociali (povertà, disuguaglianza) e le misure burocratiche che coinvolgono gli anziani e le fasce più deboli saranno un test sulla capacità del governo di rendere visibili i cambiamenti.

Infine, l’evoluzione del sistema politico, se davvero verso un bipolarismo più definito, sarà da seguire nei prossimi mesi, anche in vista delle tornate elettorali che attendono diverse regioni italiane.

In definitiva, il 13 novembre 2025 segna una giornata significativa per la politica italiana: un mix di diplomazia internazionale, gestione delle migrazioni, riforme sociali e dinamiche interne al sistema politico. Il vero banco di prova sarà trasformare le parole di oggi in fatti concreti domani.

Notizie Italiane

Notizie di politica italiana di oggi 13-11-2025

La scena politica italiana del 13 novembre 2025 presenta una molteplicità di fili che

La scena politica italiana del 13 novembre 2025 presenta una molteplicità di fili che si incrociano: elezioni regionali imminenti, scontro sull’agenda europea, relazioni bilaterali rafforzate e tensioni interne all’arco parlamentare. In questo articolo cercheremo di esplorare i principali eventi del giorno, analizzandone le cause, le implicazioni e i rischi. I temi che tratto sono: (1) le elezioni regionali in Puglia; (2) la posizione dell’Italia sul dossier della tassazione green nell’Unione Europea; (3) il vertice bilaterale tra Italia e Albania; (4) il gioco interno dei partiti e la figura di Giuseppe Conte; e (5) alcune questioni di governo e relazioni Italia-territorio. Alla fine cercheremo di tirare le fila sulle prospettive per l’esecutivo e per l’assetto politico italiano.

1. Le elezioni regionali in Puglia: contesto, candidati e incognite

Secondo quanto riportato, la regione Puglia è tra le tante regioni italiane che andranno al voto nel 2025: le votazioni si terranno domenica 23 e lunedì 24 novembre.

1.1 Il contesto

La Puglia, guidata attualmente da Michele Emiliano (PD), non potrà vedere la sua ricandidatura poiché sta per terminare i due mandati consentiti.
Ciò apre un campo competitivo significativo: sia per il centrosinistra nel tentativo di mantenere la regione, sia per il centrodestra che vede un’opportunità di guadagno.

1.2 I candidati principali

  • Il centrosinistra ha scelto come candidato presidente Antonio Decaro, del PD, già sindaco di Bari ed europarlamentare con record di preferenze.

  • Il centrodestra ha puntato su Luigi Lobuono, imprenditore che nel 2004 era candidato sindaco a Bari (sconfitto da Emiliano) e già presiedente della Fiera del Levante.

  • Vi sono anche altri due candidati: Sabino Mangano (Alleanza Civica per la Puglia) e Ada Donno (Puglia Popolare e Pacifista).

1.3 Come si vota

  • Il voto è previsto su due giorni: domenica 23 novembre dalle 7 alle 23; lunedì 24 novembre dalle 7 alle

  • Ogni elettore voterà per il presidente della Giunta regionale e per una lista collegata. È ammessa la possibilità del voto disgiunto: si può votare un candidato presidente e una lista non collegata.

1.4 Significato politico

Queste elezioni assumono un’importanza strategica per diversi motivi:

  • La Puglia è una delle regioni-chiave per l’assetto del centrosinistra e del centrodestra nel Mezzogiorno; una sconfitta del centrosinistra potrebbe segnare un arretramento significativo.

  • Il risultato sarà un indicatore della misura della tenuta del governo e delle alleanze locali, in vista degli appuntamenti nazionali.

  • Il voto regionale sarà letto come un test politico per le forze nazionali, soprattutto in un momento in cui emergono tensioni interne.

1.5 Rischi e incognite

  • Il centrodestra parte con un potenziale vantaggio strategico, dato il desiderio di cambiamento dopo tanti anni di governo PD.

  • Tuttavia, il candidato Decaro è un nome di spicco con forte visibilità e può mobilitare il consenso.

  • Le variabili locali (economia, infrastrutture, lavoro, politiche di sviluppo) saranno determinanti: se l’elettore punterà sul cambio o sulla continuità.

  • La possibilità del voto disgiunto può generare risultati complessi che rendono difficile prevedere esiti netti.

1.6 Perché ne parliamo oggi

Perché a 10 giorni circa dal voto la campagna si sta intensificando e le comunicazioni degli schieramenti si fanno più aggressive, rendendo la Puglia un banco di prova per le strategie di mobilitazione e comunicazione.

2. L’Italia contro la tassazione green dell’UE: la strategia del veto

Un’altra questione centrale del giorno riguarda la posizione dell’Italia sul piano europeo della tassazione “green”. In particolare, il Giancarlo Giorgetti (Ministro dell’Economia) ha annunciato che l’Italia è pronta a porre il veto nella riunione dell’Ecofin del 13 novembre sull’adozione di una nuova direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici nell’Unione Europea.

2.1 Qual è il contesto

  • L’UE sta esaminando la revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia (Energy Taxation Directive), che punta ad allineare le accise sull’energia ai principi climatici, in particolare al “chi inquina paga”.

  • Il Ministro Giorgetti definisce il testo attuale «nato in un altro mondo», riferendosi alla situazione antecedente alla crisi energetica e all’aumento dei costi del gas.

  • Con tale direttiva, per l’Italia, le stime parlano di un impatto potenziale sull’industria e sulle famiglie pari a circa 25 miliardi di euro nell’attuale contesto energetico.

2.2 Le ragioni dell’opposizione italiana

  • L’Italia sostiene che aumentare le accise sull’energia in questa fase comprometterebbe la competitività della manifattura italiana, già in difficoltà in un contesto di gas caro e supply chain fragile.

  • Inoltre, il governo richiama il principio che la transizione ecologica non può penalizzare le imprese italiane se non accompagnata da adeguati strumenti di compensazione e da regole comuni più eque.

2.3 Le implicazioni europee

  • La proposta richiede l’unanimità degli Stati membri per essere approvata nella forma attuale: ciò significa che ogni Paese può esercitare il proprio diritto di veto.

  • L’Italia posizionandosi in modo così deciso, punta ad aprire una negoziazione che tenga conto della sua struttura produttiva e dell’intensità energetica della sua industria.

  • Questa posizione potrebbe generare tensioni con i Paesi più avanzati nella transizione o con quelli che hanno già una struttura industriale diversa.

2.4 Perché questo è un tema di politica interna

  • Il governo italiano utilizza questo dossier per ribadire il proprio ruolo di tutela delle imprese italiane, appare come guardiano della “competitività nazionale” in un contesto europeo sempre più regolamentato.

  • L’opposizione potrebbe sfruttare la questione per criticare la visione del governo: da un lato difesa degli interessi industriali, ma dall’altro possibile arretramento sugli obiettivi climatici.

2.5 Rischi e potenziali sviluppi

  • Un veto italiano apre la strada a un possibile braccio di ferro con Bruxelles che potrebbe influire anche su altri dossier (aiuti di Stato, fondi di coesione, etc.).

  • Se l’Italia risultasse isolata, la sua posizione potrebbe indebolirsi nelle trattative europee future.

  • Al contrario, se riuscisse a portare a casa concessioni o modifiche al testo, potrebbe valorizzare il proprio ruolo negoziale.

2.6 Perché ne parliamo oggi

Perché oggi, 13 novembre, è il giorno decisivo in cui l’Ecofin si riunisce e l’Italia ha formalmente annunciato la propria linea dura: il calendario mette in evidenza che è un momento cruciale per la definizione delle politiche energetiche europee e per l’assetto della politica industriale italiana.

3. Italia-Albania: vertice intergovernativo e nuove sinergie

Un altro tema che merita attenzione riguarda i rapporti internazionali: il vertice intergovernativo tra Italia e Albania che si tiene il 13 novembre a Roma, presso la Villa Doria Pamphilj.

3.1 Gli attori e l’agenda

  • Il vertice sarà tra la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama. Saranno presenti numerosi ministri italiani (Tajani, Piantedosi, Nordio, Crosetto, Pichetto Fratin, Giuli, Schillaci, Musumeci) e due sottosegretari (Freni, Ferrante).

  • Sarà sottoscritto un Accordo intergovernativo e una serie di circa 15 intese tecniche. I temi includono cooperazione economica e infrastrutturale, difesa e sicurezza, migrazione, energia, ambiente, salute, formazione.

  • Un focus speciale sarà dedicato al percorso di adesione dell’Albania all’Unione Europea, con l’Italia che assume il ruolo di sponsor e guida della candidatura.

3.2 Significato strategico

  • Per l’Italia, l’Albania rappresenta un partner strategico nel Sud-Est europeo, sia in termini di corridoi energetici/infrastrutturali (es. Corridoio europeo VIII) che di migrazione e raccordo mediterraneo.

  • Per l’Albania, poter contare sull’Italia come “ponte” verso l’Europa rafforza la sua posizione negoziale e politica.

3.3 Implicazioni politiche interne

  • Il governo italiano può vantare questo vertice come un successo della sua politica estera, rafforzando l’idea di un’Italia “protagonista” nel Mediterraneo.

  • Questo tipo di agenda può essere utilizzato per guadagnare consenso, soprattutto in territori o settori che beneficiano di infrastrutture, investimenti e cooperazione internazionale.

3.4 Rischi e nodi critici

  • Le relazioni con i paesi vicini e le politiche di cooperazione comportano costi e impegni: se gli accordi non dovessero produrre risultati visibili per l’Italia o le regioni italiane coinvolte, potrebbero generare malcontento.

  • Le questioni della migrazione e della sicurezza restano delicate: una cooperazione più stretta con l’Albania comporta anche l’impegno italiano sul fronte migratorio, che può innescare tensioni interne al governo o con l’opinione pubblica.

3.5 Perché ne parliamo oggi

Perché il vertice si tiene proprio oggi e rappresenta un momento simbolico del posizionamento strategico dell’Italia nel contesto europeo e mediterraneo. È un tema che dimostra come la politica italiana non sia solo “interna”, ma anche profondamente integrata nelle dinamiche internazionali.

4. Il gioco interno dei partiti: la metamorfosi di Giuseppe Conte

La politica italiana non è solo governo e relazioni esterne: c’è anche un vivace “dietro le quinte” nei partiti, alleanze e leadership. L’articolo de Linkiesta del 13 novembre 2025 osserva come Giuseppe Conte stia cercando di ricostruire il proprio profilo politico in un nuovo spazio di centro-sinistra, assumendo toni più moderati.

4.1 La trasformazione di Conte

  • Conte è stato uno dei leader più iconici del movimento Movimento 5 Stelle, ma ora viene rappresentato come “l’uomo di governo nel campo largo”, che prova a mostrarsi “saggio e affidabile” più che “barricadero”.

  • L’articolo usa la metafora di Vautrin (personaggio di Balzac) per descriverne la capacità di trasformarsi: da populista radicale a mediatore del centro-sinistra.

4.2 Importanza politica

  • Questo cambiamento può avere risvolti concreti: se Conte si posizionerà come forza moderata nel centrosinistra, potrebbe influenzare la dialettica con il Partito Democratico e ridisegnare gli equilibri dell’opposizione e delle coalizioni.

  • Per il governo e il centrodestra, questa dinamica rappresenta un rischio potenziale: una sinistra più coesa e moderata può aumentare la competizione politica.

4.3 Rischi e scenari

  • La metamorfosi di Conte non è garantita: se l’elettorato percepirà un tradimento dei principi originari o una mossa opportunistica, la credibilità può essere compromessa.

  • Il rischio per il centrosinistra più in generale è che conflitti interni o ambiguità strategiche possano indebolire la capacità di opposizione o di governare.

4.4 Perché ne parliamo oggi

Perché oggi è uscita questa analisi che mette in rilievo una delle figure politiche centrali italiane e i possibili riflessi nel panorama nazionale, in un momento in cui il governo è chiamato a dare risposte e l’opposizione è in attesa di ruoli nuovi.

5. Governo, territorio e infrastrutture: dirigere l’Italia quotidiana

Oltre ai grandi temi nazionali ed europei, entrano in scena anche questioni più “terra-terra” ma dal forte impatto politico. Ad esempio, il 13 novembre 2025 segnala un incontro tra Matteo Salvini (Vicepremier e Ministro) e il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, presso il ministero delle infrastrutture e trasporti (MIT).

5.1 Il tema dell’incontro

  • Salvini e Fabbri hanno discusso dei dossier infrastrutturali – in particolare l’ampliamento a tre corsie della A13, la Cispadana e la Romea.

  • Salvini ha garantito attenzione alle richieste del territorio.

5.2 Perché è rilevante

  • Le infrastrutture sono da sempre un tema sensibile per il consenso locale: le opere stradali, ferroviarie, di trasporto pesano molto sull’elettorato.

  • Un ministro del governo che si muove sul territorio in questo modo rafforza la percezione di “governo vicino ai cittadini”.

5.3 Implicazioni politiche

  • Il centrodestra può utilizzare questi interventi come prova di concretezza: “non solo promesse, ma fatti”.

  • Il governo deve però riuscire a dimostrare che le risorse dichiarate si traducono in realizzazione, altrimenti rischia di acuire la distanza tra aspettative e risultati.

5.4 Rischi

  • Infrastrutture che subiscono ritardi o contestazioni ambientali/sociali possono diventare fonte di tensione.

  • Il bilanciamento tra investimenti e risorse disponibili è sempre critico: se il governo appare poco efficiente, il credito si erosione rapidamente.

5.5 Perché ne parliamo oggi

Perché l’incontro è avvenuto proprio il 13 novembre e mette in evidenza come la politica quotidiana (trasporti, infrastrutture, territori) entri nel dibattito nazionale e possa avere riflessi elettorali immediati.

6. Il governo nei fatti: bilancio politico e scenari futuri

Alla luce dei punti sopra, proviamo a sintetizzare lo stato dell’esecutivo e quali possono essere gli scenari nei prossimi mesi.

6.1 Bilancio politico attuale

  • Il governo guidato da Giorgia Meloni è attivo su più fronti: dalla politica estera (Albania) all’Europa (tassazione ambientale) fino alla politica interna e territoriale (infrastrutture).

  • La strategia appare orientata a coniugare due linee: da un lato, la protezione della “competitività nazionale” (vedi opposizione alla tassazione green); dall’altro, un rafforzamento del ruolo internazionale dell’Italia (vedi asse con l’Albania).

  • Tuttavia, vi sono segnali di difficoltà: la campagna elettorale regionale in Puglia rappresenta un banco di prova; l’opposizione si muove rinnovata; le questioni industriali e ambientali restano complesse.

6.2 Punti di forza del governo

  • Capacità di mobilitazione su temi infrastrutturali e territoriali, che possono generare consenso localizzato.

  • Una strategia estera che cerca di posizionare l’Italia come attore centrale nel Mediterraneo e nei Balcani.

  • Una linea europea chiara, che appare come difesa dell’interesse nazionale, che può attrarre elettori in settori industriali e produttivi in difficoltà.

6.3 Punti di debolezza

  • Le promesse devono essere tradotte in risultati: mancati esiti concreti possono minare la fiducia.

  • Il rischio di isolarsi in Europa se si assume una posizione troppo conflittuale rispetto ai partner.

  • Il panorama interno potrebbe complicarsi se l’opposizione riesce a ricompattarsi o a guadagnare terreno nelle regioni-chiave.

6.4 Scenari futuri

  • Scenario ottimistico: il governo ottiene modifiche favorevoli nella direttiva europea, rafforza la cooperazione con l’Albania, mantiene il controllo della Puglia o perlomeno limita le perdite, e consolida la percezione di efficienza nelle infrastrutture.

  • Scenario pessimistico: scontro con Bruxelles senza concessioni, elezioni regionali favorevoli all’opposizione, infrastrutture in ritardo, rilancio dell’opposizione guidato da figure come Conte.

  • Scenario intermedio: risultati misti, governo costretto a compromessi, ma ancora in sella con margini ridotti di manovra.

6.5 Quali sono le variabili chiave da monitorare

  • L’esito elettorale della Puglia come cartina di tornasole del consenso nazionale.

  • L’esito del vertice Italia-Albania: se le intese porteranno investimenti tangibili e visibilità politica.

  • Le decisioni a Bruxelles: se la posizione italiana riuscirà a ottenere modifiche o se rimarrà isolata.

  • L’abilità del governo di dimostrare che le infrastrutture promesse sono realizzate o, almeno, hanno un piano chiaro credibile.

  • L’evoluzione delle forze di opposizione: se si rafforzano e si presentano come alternativa concreta.

7. Alcune riflessioni critiche

7.1 Il tema della transizione energetica e della competitività

Il conflitto tra obiettivi climatici europei e l’esigenza di competitività industriale italiana è al cuore della politica economica del momento. La dichiarazione di Giorgetti secondo cui la direttiva è «incompatibile con l’attuale scenario energetico» evidenzia quanto sia difficile per l’Italia coniugare questi due aspetti. L’industria italiana, in gran parte energivora, vive in un contesto di costi elevati e competitor globali agguerriti. Imporre nuovi oneri senza compensazioni può risultare deleterio. Tuttavia, non agire rischia di allontanare l’Italia dalle traiettorie europee di lungo termine.

7.2 Le relazioni bilaterali e la dimensione mediterranea

Il vertice con l’Albania mostra come l’Italia stia cercando un posizionamento più attivo nel Mediterraneo e nei Balcani: da un lato, la cooperazione energetica e infrastrutturale, dall’altro, la migrazione e la sicurezza. Questa strategia può essere vincente, ma comporta grandi responsabilità e potenziali contraddizioni: collaborare con paesi vicini sotto stress migratorio o con difficoltà istituzionali può richiedere risorse e politiche complesse da gestire.

7.3 I partiti e il trasformismo: opportunità o rischio

La metamorfosi di Giuseppe Conte e la ricomposizione degli spazi nel centrosinistra suggeriscono che la politica italiana è in una fase di ridefinizione. Questo può essere positivo (nuove energie, nuove visioni) ma anche rischioso (instabilità, mancanza di chiarezza). Il governo deve monitorare questo terreno attentamente: un’opposizione in ripresa può alterare gli equilibri.

7.4 Il ruolo delle regioni e della politica locale

Spesso la politica nazionale viene decisa o influenzata da dinamiche locali: infrastrutture, territori, elezioni regionali. Il caso della Puglia è emblematico: un risultato negativo lì potrebbe riverberare a livello nazionale. Il governo sembra consapevole e si muove su più piani (nazionale, internazionale, locale), ma la complessità è elevata.

7.5 Comunicazione e percezione pubblica

Infine, la politica è anche percezione. I cittadini valutano non solo le strategie, ma la concretezza, i benefici visibili e la coerenza. Se l’azione di governo appare dispersiva o lenta, la fiducia può diminuire rapidamente. Gli incontri ministeriali, i vertici internazionali e le dichiarazioni servono, ma devono generare risultati.

Il 13 novembre 2025 può essere considerato un giorno significativo nella politica italiana: non per un singolo evento rivoluzionario, ma per la convergenza di più questioni che mettono alla prova l’esecutivo e il sistema politico nel suo complesso. Le elezioni regionali in Puglia, la battaglia europea sulla tassazione green, il rafforzamento dei legami con l’Albania, la trasformazione dei partiti e l’azione sul territorio mostrano un paese che cerca di ridefinire se stesso in un contesto interno ed esterno turbolento.

La strada davanti è impegnativa. Il governo ha buone carte da giocare, ma le incognite non mancano. La capacità di ottenere risultati concreti, di governare le aspettative, di coordinare la dimensione nazionale con quella europea e locale, sarà determinante per l’orientamento politico che emergerà nei prossimi mesi.

Da parte dell’opposizione, la possibilità di riallinearsi attorno a nuovi leader o nuove strategie può rappresentare un pericolo per la stabilità del governo. Dunque, il 13 novembre assume rilevanza come momento di prova: non solo per le singole politiche, ma per l’intero sistema.

In definitiva, la politica italiana si trova in una fase in cui azione, comunicazione e strategie si intrecciano: vincerà chi riuscirà a dare senso, concretezza e visione in tempi brevi.

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Report non andrà in onda domani? “Ci vogliono fermare” L’annuncio shock di Ranucci poco fa

Sigfrido Ranucci ha reso noto sui suoi canali social che il Garante per la protezione

Il post di Ranucci

Sigfrido Ranucci ha reso noto sui suoi canali social che il Garante per la protezione dei dati personali avrebbe chiesto alla Rai di astenersi dal mandare in onda la nuova puntata di Report (in palinsesto su Rai3 alle 20.30 di domani). Il conduttore parla esplicitamente di un “nuovo tentativo di blocco” dell’inchiesta, dedicata – tra l’altro – al dossier sui primi smart glasses di Meta e al percorso che portò l’Autorità a ridefinire la sanzione milionaria proposta dagli uffici.

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Meloni rassicura (ancora) i più ricchi: “Con la destra al governo mai una patrimoniale”

Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra

Il presidente del consiglio lo fa e lo scrive anche sui social. Ma secondo i sondaggi l’81% degli elettori della destra e l’84% di quelli del centrosinistra sono favorevoli a tassare i grandi patrimoni

(di Gaia Scacciavillani – ilfattoquotidiano.it) – “Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra. È rassicurante sapere che, con la destra al Governo, non vedranno mai la luce”. A scanso di equivoci, Giorgia Meloni ci tiene a rassicurare anche a parole…

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ULTIMO MINUTO – Caso Brunetta, arriva l’annuncio di Conte – “Dopo le nostre denunce…”

Giuseppe Conte affonda il colpo e mette in seria difficoltà il governo Meloni. Dopo giorni

Giuseppe Conte affonda il colpo e mette in seria difficoltà il governo Meloni. Dopo giorni di polemiche, articoli e proteste, il leader del Movimento 5 Stelle ha rivendicato la vittoria politica e morale sulla vicenda dei nuovi aumenti di stipendio ai vertici del CNEL, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro guidato da Renato Brunetta.

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