Notizie Italia oggi 02-10-2025

L’Italia del 2 ottobre 2025 appare immersa in una fase di forte tensione politica

L’Italia del 2 ottobre 2025 appare immersa in una fase di forte tensione politica, sociale e internazionale, in cui alcuni temi cruciali — il conflitto israelo-palestinese, la mobilitazione popolare, le proteste e gli scioperi, i cambiamenti istituzionali — entrano nella quotidianità del dibattito pubblico. Alcune iniziative del governo, come la reintroduzione di una festa nazionale per san Francesco, riflettono anche una maggiore enfasi sull’identità culturale e religiosa.

Mentre emergono nuove emergenze e movimenti di mobilitazione, altri fenomeni meno vistosi continuano a incidere: la dinamica dell’economia domestica, questioni energetiche, i rapporti esteri e le elezioni regionali imminenti. In questo articolo proveremo a leggere le notizie più rilevanti del giorno, analizzandole anche nei loro nessi, criticità e implicazioni possibili.

1. Proteste, scioperi e mobilitazioni: l’impatto della crisi Gaza

1.1 L’“abbordaggio” della flottiglia e la mobilitazione in Italia

Uno dei temi più rilevanti del giorno è la reazione in Italia all’intercettazione della flottiglia “Global Sumud” diretta a Gaza. L’episodio ha innescato proteste in più città italiane, occupazioni di binari ferroviari, presidi, cortei spontanei durante la notte e piani di sciopero nazionale. Haaretz+4The Guardian+4Reuters+4

In particolare:

  • A Roma, decine di manifestanti – in parte studenti – hanno agito in piazza dei Cinquecento (vicino alla stazione Termini), chiedendo di convergere verso Palazzo Chigi. il manifesto+1

  • A Napoli, è stato bloccato l’accesso alla stazione centrale da parte degli studenti. il manifesto

  • A Milano, Genova, Firenze, Bologna e altre città si sono registrati presidi e manifestazioni spontanee. il manifesto+2The Guardian+2

  • I porti sono coinvolti: nei giorni precedenti, sindacati dei lavoratori portuali avevano impedito l’attracco alla nave israeliana Zim a Livorno. The Guardian+3il manifesto+3Truthout+3

L’ampiezza della mobilitazione indica che il conflitto in Medio Oriente non è percepito come lontano, ma – almeno per una parte dell’opinione pubblica – come un elemento che impatta anche sull’Italia, in particolare in termini di solidarietà, politica estera e responsabilità morale.

1.2 Scioperi nazionali e disagi nei trasporti

In parallelo, è stato proclamato uno sciopero nazionale di 24 ore che coinvolge ferrovie, trasporti pubblici e altri settori, da venerdì 3 ottobre, con decorrenza già nella notte tra il 2 e il 3 ottobre. Euractiv+5QuiFinanza+5RailTech.com+5

Alcuni dettagli:

  • Lo sciopero è stato indetto dal sindacato Si Cobas, in segno di solidarietà alla causa palestinese e contro il sostegno del governo italiano alle forniture a Israele. Euractiv+3QuiFinanza+3RailTech.com+3

  • Le ferrovie (Gruppo FS, Trenitalia, Trenord e operatori privati) subiranno disagi durante l’intera durata dello sciopero. RailTech.com+2QuiFinanza+2

  • Nei giorni feriali, le fasce orarie “garantite” (06:00–09:00 e 18:00–21:00) dovrebbero continuare a essere assicurate, come previsto dalla normativa sugli scioperi nei servizi di trasporto. QuiFinanza+2InTrieste+2

  • L’agitazione potrebbe avere effetti anche prima e dopo le ore ufficiali: la rete ferroviaria potrebbe subire ritardi e modifiche già nelle ore “di assestamento”. Wanted in Rome+2RailTech.com+2

  • Lo sciopero avrà ripercussioni su altri settori (scuola, pubblico, privato). QuiFinanza

Questo sciopero si aggiunge a una serie di mobilitazioni già in corso: l’Italia, nelle settimane precedenti, ha vissuto altri momenti di agitazione nazionale legati alla crisi in Gaza. Truthout+2Euractiv+2

1.3 Effetti sociali, rischio escalation e polarizzazione

Il fenomeno delle proteste diffuse suggerisce che la crisi estera ha sostanzialmente attraversato i confini del “ritorno estero” e si è trasformata in un elemento di conflitto interno. Le modalità (blocchi, cortei spontanei, partecipazione giovanile) mettono in luce una radicalizzazione delle pratiche: non più solo manifestazioni autorizzate, ma azioni dirette, presidi notturni, occupazioni.

Come evidenziano fonti giornalistiche, molte delle proteste notturne partono spontaneamente, spesso innescate dalla notizia dell’“abbordaggio” (o dell’intercettazione) della flottiglia. il manifesto Si tratta di una mobilitazione a catena, dove la circolazione virale delle notizie — in particolare video, dirette streaming, appelli sui social — agisce da carburante per la radicalità dell’azione. il manifesto+1

C’è anche il rischio di polarizzazione: il governo, le forze politiche, i media si trovano nella necessità di posizionarsi — anche nettamente — su temi che toccano sensibilità etiche, religiose, morali. I contrasti tra chi punta alla moderazione diplomatica e chi invoca misure più forti possono acuire le fratture.

1.4 Dimensione internazionale e pressioni diplomatiche

L’Italia, insieme alla Grecia, ha chiesto che Israele non danneggi gli attivisti a bordo della flottiglia, garantisca protezione consolare e permetta meccanismi di consegna meno conflittuali (come tramite la Chiesa) per evitare uno scontro diretto in mare. Reuters Il governo italiano si trova dunque in una posizione complessa: da un lato la pressione dell’opinione pubblica e delle proteste interne, dall’altro la necessità di non compromettere rapporti diplomatici e di sicurezza in uno scenario instabile.

Tra l’altro, in parallelo, l’Italia ha deciso di inviare una nave militare per scopi umanitari e di soccorso, presentando l’azione come neutra dal punto di vista militare — ma inevitabilmente inserita nel dibattito geopolitico. The Washington Post Questo passo segnala come la crisi di Gaza abbia ormai una dimensione europea che trascende la semplice solidarietà: diventa terreno su cui gli Stati europei devono ridefinire il proprio bilanciamento diplomatico, militare e morale.

Infine, queste proteste e scioperi sembrano testimoniare che la politica estera non è più un ambito “esteriore” alla cittadinanza: i cittadini italiani vogliono essere protagonisti, esprimendosi anche con mobilitazioni dirette. Ciò impone una riflessione sulle responsabilità delle leadership (governative, parlamentari, diplomatiche) e sulla connessione tra scelte internazionali e consenso interno.

2. Politica nazionale e decisioni del governo

2.1 Reintroduzione della festa nazionale in onore di san Francesco

Uno dei provvedimenti più simbolici del governo è la reintroduzione, a partire dal 2026, di una festa nazionale il 4 ottobre in onore di san Francesco d’Assisi. Il Parlamento ha approvato la misura con larghissima maggioranza: 247 voti favorevoli e 2 contrari alla Camera; il Senato ha dato l’ultimo via libera tramite la commissione affari costituzionali con procedura d’urgenza. Reuters+2The Guardian+2

La festa, introdotta nel 1958 e abolita nel 1977 durante una fase di austerità, è ora restituita per commemorare l’800° anniversario della morte del santo nel 1226. Reuters+1 La spesa stimata per il 2026 è di circa 10 milioni di euro per straordinari nei servizi essenziali, con impatto economico complessivo considerato però marginale. Reuters

La motivazione ufficiale del governo (rappresentato dal premier Meloni) è che san Francesco rappresenta valori universali di pace, fraternità e tutela dell’ambiente, nonché un elemento identitario condiviso. Reuters+1
Da un punto di vista politico, questa scelta rappresenta una mossa simbolica forte: si tratta di un segnale di “ritorno all’identità nazionale”, che unisce dimensioni religiose e culturali e può essere funzionale a rafforzare il consenso in una fase in cui il governo deve anche rispondere alle tensioni internazionali. The Guardian+1

Critici di questo provvedimento lo interpretano come un gesto “ideologico” inserito nella strategia di radicamento culturale del governo, e come un progetto che mescola sfera pubblica e riferimenti religiosi con finalità politiche. Altri sottolineano che, al netto dei simboli, l’impatto pratico sarà limitato.

2.2 Energia, gas e politiche economiche

Un’altra questione significativa oggi riguarda l’energia e il costo del gas. Il ministro competente, Gilberto Pichetto Fratin, ha annunciato che il governo intende intervenire sul costo del trasporto del gas per ridurre lo spread fra i prezzi all’ingrosso in Italia e quelli di Amsterdam, con l’obiettivo di alleggerire il costo finale dell’energia per famiglie e imprese. TradingView

Sul versante automobilistico, le vendite di auto nuove in Italia a settembre sono cresciute di oltre il 4% su base annua, con Stellantis che registra +15,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. TradingView Questo dato suggerisce che, nonostante le tensioni globali e le incertezze macroeconomiche, una componente della domanda interna resiste — magari grazie a incentivi, sostegno pubblico o dinamiche di rinnovo del parco auto.

In ambito bancario, è significativo che Moody’s abbia rivisto in senso positivo il rating senior unsecured del Monte dei Paschi di Siena, portandolo da Ba1 a Baa3. Contemporaneamente, Mediobanca ha visto il proprio rating a lungo termine sceso da Baa1 a Baa3. TradingView Questi movimenti suggeriscono che gli operatori finanziari guardano all’Italia con crescente attenzione ai bilanci bancari, ai rischi sistemici interni e alle prospettive macroeconomiche.

In sintesi, il governo deve navigare una congiuntura in cui le politiche energetiche (gas, trasporti) sono cruciali sia per il benessere dei cittadini sia per la competitività industriale, mentre lo scenario internazionale e il contesto delle proteste richiedono coerenza tra diplomazia, politica estera e pressione interna.

2.3 Elezioni regionali in arrivo e orientamenti politici

Sul fronte istituzionale, alcune regioni italiane si preparano a votare nei prossimi giorni o settimane. In Calabria, le elezioni regionali si terranno il 5 e 6 ottobre 2025, in seguito alle dimissioni dello stesso presidente uscente Roberto Occhiuto (Forza Italia) avvenute ad agosto. Wikipedia I principali contendenti sono Occhiuto (nuovamente) per il centro-destra e Pasquale Tridico (Movimento 5 Stelle) per la coalizione di centro-sinistra. Wikipedia

In Toscana, invece, le elezioni regionali sono fissate per il 12 e 13 ottobre 2025. Il governatore uscente Eugenio Giani (Partito Democratico / centro-sinistra) è sfidato da Alessandro Tomasi (Fratelli d’Italia / centro-destra). Wikipedia

Queste tornate elettorali saranno importanti per testare le forze politiche, in particolare il radicamento del partito di governo (Fratelli d’Italia) nelle regioni tradizionalmente più a vocazione progressista. Le campagne elettorali saranno inevitabilmente influenzate dal contesto nazionale: le scelte sul Medio Oriente, le proteste, la capacità del governo di bilanciare tra pressioni internazionali e consenso interno.

Inoltre, anche se non imminente, il panorama politico nazionale si trova in condizioni di instabilità potenziale, con la necessità per il governo di non perdere terreno nei territori. Le regionali, in questo senso, agiscono spesso da laboratorio locale per strategie e simboli nazionali.

2.4 Il governo italiano e l’equilibrio diplomatico

L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni si trova in una posizione delicata: da una parte deve gestire le crescenti pressioni interne (manifestazioni, richieste di cambiamento di direzione nella politica estera), dall’altra deve mantenere credibilità internazionale. La scelta di inviare una nave per scopi umanitari (senza impegno militare) appare come un tentativo di bilanciare queste tensioni. The Washington Post+1

Inoltre, la reintroduzione della festa di san Francesco può essere letta anche come una strategia per richiamare valori condivisi, un elemento di “communità nazionale” attorno a cui costruire consenso. È un gesto con forte valenza simbolica in un momento in cui il dibattito pubblico è polarizzato.

Il governo, però, non può comodamente ignorare le dinamiche internazionali: il Medio Oriente è terreno geopolitico delicato, con alleanze strategiche, relazioni militari, pressioni dalla stessa Unione Europea e dagli Stati Uniti. Ogni passo italiano — sia in termini diplomatici che simbolici — sarà valutato non solo internamente ma anche nel contesto del bilanciamento europeo.

Infine, la sfida per l’esecutivo è contenere la frattura tra società e istituzioni: interpretare le richieste dei cittadini che protestano (anche radicalmente), trovare vie diplomatiche credibili, e gestire il consenso politico. È un momento che richiede equilibrio, capacità comunicativa e decisioni strategiche non semplici.

3. Economia, finanza e settore industriale

3.1 Vendite automobilistiche e performance industriale

Un dato significativo del giorno: le vendite di auto nuove in Italia a settembre sono cresciute del 4% rispetto allo stesso mese del 2024, grazie in larga misura alla performance di Stellantis, che ha segnato un +15,3%. TradingView

Questo dato suggerisce che, nonostante le tensioni internazionali, l’economia italiana mantiene una sua vitalità, almeno in alcuni settori strategici come l’automotive. Tuttavia, è importante ricordare che il mercato auto è condizionato da diversi fattori: incentivi, politiche ambientali, spinta verso la mobilità elettrica o ibrida, costo delle materie prime, e logistica internazionale.

Da segnalare anche le revisioni sui rating bancari: il Monte dei Paschi di Siena ha visto la propria obbligazione senior unsecured promossa da Ba1 a Baa3, mentre Mediobanca ha subito una retrocessione da Baa1 a Baa3. TradingView Queste mosse sono motivo di attenzione da parte degli investitori, in quanto riflettono percezioni di rischio e stabilità relativa del sistema bancario.

Sul fronte energetico, il tentativo del governo di ridurre i costi del trasporto del gas per allineare i prezzi all’ingrosso italiani con quelli di Amsterdam è strategico: l’Italia è particolarmente vulnerabile al prezzo del gas, sia per uso domestico sia per uso industriale (riscaldamento, produzioni chimiche, energia). Se il governo riuscisse a comprimere questa componente, potrebbe alleviare la pressione sui costi per famiglie e imprese. TradingView

3.2 I rischi esterni e l’ambiente finanziario

Non si può ignorare che l’Italia resta esposta ai rischi macroeconomici europei e globali: inflazione, rincari energetici, costi del credito, tensioni geopolitiche che influenzano i mercati. Le prove di forza esterne (come la crisi mediorientale) rischiano di generare ondate di volatilità, soprattutto se le aspettative sul debito pubblico o sulle relazioni internazionali vengono messe in discussione.

Un’area di vulnerabilità è rappresentata proprio dalle banche: se il sistema bancario subisse shock (a causa di perdite creditizie o disallineamenti nei tassi), l’effetto a catena potrebbe avere impatti sull’economia reale. Il cambio dei rating è un segnale che gli osservatori finanziari monitorano con attenzione.

Inoltre, il governo si trova in una fase in cui le politiche di stimolo (investimenti infrastrutturali, politiche energetiche) e le politiche di bilancio devono essere calibrate: non può semplicemente fare affidamento su spese espansive senza tener conto dei vincoli europei e del debito pubblico. E in un contesto di proteste sociali, le scelte economiche assumono una dimensione politica delicata: il consenso si gioca anche sulla capacità di distribuire equità e proteggere i più vulnerabili.

3.3 Convergenza tra economia e mobilitazione sociale

È interessante notare che il mondo economico non è estraneo alle mobilitazioni: alcuni settori (logistica, trasporti, porti) hanno già preso posizione e aderito alle proteste contro la partecipazione italiana nel conflitto o contro la fornitura militare. Reuters+2The Guardian+2 Ciò crea una congiuntura in cui le rivalità geopolitiche, la protesta sociale e l’economia entrano in risonanza.

In questo contesto, alcune imprese potrebbero trovarsi a gestire dilemmi: da un lato temono il danno d’immagine se appaiono colluse con azioni militariste, dall’altro temono gli effetti negativi sul business se vengono colpite da boicottaggi, scioperi o disagi logistici. Il rischio è che la dimensione aziendale diventi campo battaglia simbolico oltre che operativo.

4. Cultura, arte e cronaca

4.1 Sequestro di opere sospette attribuite a Salvador Dalí

Un’altra notizia di rilievo del giorno riguarda il mondo dell’arte: le autorità italiane — in particolare la polizia dei beni culturali / carabinieri del settore arte — hanno sequestrato 21 opere sospette attribuite a Salvador Dalí nell’ambito della mostra “Dalí, tra arte e mito” che si in svolgiva a Parma, nella sede di Palazzo Tarasconi. The Guardian+1

Queste opere includono disegni, arazzi e incisioni, e il sequestro è avvenuto in seguito all’attività di verifica della Fondazione Gala-Salvador Dalí, che aveva segnalato anomalie: la mostra non includeva opere di grande valore, la comunicazione con la Fondazione non era avvenuta, e le opere esposte sembravano di qualità dubbia. The Guardian+1

Il fenomeno delle falsificazioni nel mercato dell’arte non è nuovo, ma questo episodio conferma come le verifiche e i controlli siano essenziali, specialmente in mostre con opere di artisti celeberrimi. Il processo è agli inizi e non risultano ancora indagati ufficiali. The Guardian+1

Questo caso richiama l’attenzione su diversi nodi critici:

  • L’equilibrio tra l’ambizione culturale (mostre, eventi internazionali) e la tutela della verità storica e artistica

  • Il ruolo delle fondazioni ufficiali e degli esperti nell’autenticazione

  • Le responsabilità dei curatori, degli organizzatori e delle istituzioni locali

  • L’effetto reputazionale per il mondo dell’arte italiano e per le città ospiti

4.2 Cinema e festival culturali

Un ambito che offre uno spunto di respiro è quello culturale: è noto che la 20ª edizione del Roma Film Festival si terrà dal 15 al 26 ottobre 2025. Wikipedia La manifestazione aprirà con il film italiano La vita va così (Life Goes This Way) di Riccardo Milani, con protagonisti Diego Abatantuono, Virginia Raffaele e Aldo Baglio. Wikipedia+1

La scelta dell’apertura italiana indica una volontà di valorizzare la produzione nazionale in un’edizione che già si presenta come ricca e internazionale. Wikipedia

Altre notizie meno in primo piano riguardano il panorama cinematografico nazionale: per esempio, un film atteso, Cinque Secondi (di Paolo Virzì), è atteso per uscita in Italia il 30 ottobre 2025. Wikipedia

Inoltre, la cultura funge spesso da «termometro sociale» nei momenti di crisi: festival, mostre, cinema possono essere spazi di dibattito, resistenza simbolica e riflessione critica, non semplicemente intrattenimento, e in momenti come questo è probabile che assumano un ruolo ancora più significativo.

4.3 Altri accadimenti minori e cronache

  • In ambito della mobilitazione, alcune cronache locali segnalano che le proteste notturne non si limitano alle città più grandi: anche in centri minori nascono cortei, presidi, manifestazioni, spesso con modalità creative e spontanee. il manifesto

  • Il quotidiano il manifesto parla di “blocchi e cortei notturni” in varie città, con bande improvvisate che occupano binari, convergono in carovane e presidiano spazi urbani. il manifesto

  • La stampa locale segnala disagi nei trasporti urbani già a livello giornaliero, in attesa dello sciopero nazionale. Le città si preparano a gestire l’impatto delle agitazioni, specialmente dal trasporto pubblico locale al traffico. QuiFinanza+1.

5. Scenari e riflessioni: verso dove va l’Italia?

Con queste notizie accumulate, è utile provare a delineare alcuni scenari possibili e riflessioni che emergono.

5.1 Polarizzazione e rischio di conflitto interno

L’insieme di proteste radicali, mobilitazioni notturne, azioni dirette e scioperi nazionali suggerisce che la società italiana vive un momento in cui espressioni estreme di dissenso — non più solo manifestazioni autorizzate — stanno diventando parte del repertorio. Il rischio è che il confronto pubblico si radicalizzi ulteriormente, con crescite di tensioni tra polizia e manifestanti, possibili scontri, e un’erosione del terreno del dialogo moderato.

In tale contesto, il governo e le istituzioni devono gestire con cautela: difendere l’ordine pubblico e i diritti costituzionali, ma evitare repressioni indiscriminate che alimentano l’escalation. Serve comunicazione, mediazione, anticipazione delle critiche e un dialogo non solo con le élite politiche ma con le comunità in rivolta.

5.2 Il governo come arbitro difficile

L’esecutivo Meloni è chiamato a un gioco di equilibri assai delicati: da un lato la legittimità democratica di rispondere alle proteste, dall’altro l’esigenza di non isolarsi a livello internazionale. Ogni mossa sarà osservata sotto la lente dell’opinione pubblica e dei media internazionali.

Ad esempio, la scelta di reintrodurre la festa nazionale per san Francesco può essere vista come un’operazione simbolica di coesione culturale, ma rischia anche di apparire come un gesto consolatorio anziché una risposta concreta alle crisi reali (economia, conflitti, disuguaglianze).

L’invio di una nave umanitaria è una mossa che tenta di mediare tra solidarietà e prudenza diplomatica, ma non elimina la critica: alcuni potrebbero vederla come manovra simbolica insufficiente in un contesto che richiede scelte più nette.

Il governo deve anche contemplare le ricadute elettorali: le proteste possono trasformarsi in consenso per l’opposizione, e le elezioni regionali imminenti saranno un banco di prova su come gli italiani giudicano la gestione della crisi.

5.3 Prospettive economiche fragili

L’economia italiana, pur con segnali positivi in alcuni settori (automotive), resta vulnerabile a shock esterni: andamento del prezzo del gas, instabilità finanziaria, rischio di speculazione sui titoli di Stato, e l’onere del debito pubblico. Se le proteste dovessero allargarsi e creare disagi generalizzati, l’effetto sull’attività produttiva potrebbe essere significativo.

In questo contesto serve una politica economica prudente: interventi calibrati nel settore energetico, misure di mitigazione per le imprese e per i lavoratori colpiti dalle agitazioni, e un’efficace comunicazione per ridurre incertezza e panico.

5.4 Una nuova fase per la politica estera italiana

Il conflitto in Medio Oriente ha mostrato come le scelte di politica estera non siano escluse dal dibattito nazionale. Ciò implica che il governo italiano dovrà ridefinire il proprio posizionamento: finora Meloni ha mantenuto una linea relativamente favorevole a Israele, ma l’intensificarsi delle proteste richiama una ridefinizione (o almeno un aggiustamento) delle priorità diplomatiche italiane.

L’Italia dovrà mediare tra solidarietà umanitaria, diplomazia multilaterale, rapporti con gli alleati e il rispetto dell’opinione pubblica interna. Uno scenario possibile è che l’Italia si proponga come “ponte” equidistante, con iniziative diplomatiche di mediazione e forme di cooperazione umanitarie, pur mantenendo uno spazio strategico nei rapporti con Israele — ma ciò comporta difficoltà e delicata gestione simbolica.

5.5 Il ruolo della cultura come spazio di coesione e dissenso

In un momento di forte polarizzazione, la cultura — cinema, teatro, arte, festival — può diventare spazio di elaborazione critica e dialogo non violento. Iniziative culturali capaci di riflettere sulla crisi, di stimolare la consapevolezza, di aprire spazi di partecipazione intellettuale possono contribuire a mitigare la tensione e favorire la coesione sociale.

In tal senso, il Roma Film Festival potrà essere un luogo simbolico in cui passare dalla protesta all’elaborazione pubblica. Le mostre d’arte, i curatori, gli spazi espositivi dovranno vigilare sulla qualità delle opere (come insegna il caso Dalí), ma anche stimolare il discorso civico.

Conclusione

Il 2 ottobre 2025 in Italia è una giornata che mostra la complessità del presente: un Paese in cui le linee tra interno e internazionale, tra piazza e istituzioni, tra simboli e fatti concreti si intrecciano con forza. Le proteste legate all’episodio della flottiglia per Gaza sono l’epicentro di una mobilitazione che mette in discussione non solo la politica estera, ma anche la democrazia, la partecipazione, la legittimità del governo.

Al tempo stesso, il governo compie mosse simboliche importanti come la reintroduzione della festa nazionale per san Francesco, che segnala il tentativo di coniugare identità, cultura e consenso. Il tessuto economico mostra luci e ombre: alcuni settori reggono, altri restano vulnerabili. Le elezioni regionali imminenti pongono scenari di scontro politico: il radicamento delle forze centrali (di governo e opposizione) si gioca anche lì.

In questa fase, l’Italia sembra in bilico tra un possibile punto di rottura — ulteriore radicalizzazione, conflitti interni — e un’occasione per rinnovare il dialogo, ridefinire le priorità, ripensare le relazioni internazionali in chiave più partecipata. Il modo in cui governo, istituzioni, forze politiche, cittadini e movimenti sapranno interagire determinerà non solo l’esito delle prossime settimane, ma forse una nuova fase del nostro stare insieme.

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