
“La storia è la memoria di un popolo, e senza una memoria, l’uomo è ridotto al rango di animale inferiore”. Lo disse Malcolm X. E allora esercitiamo la memoria.
I gasdotti nel Baltico (costruiti con i soldi dei contribuenti russi ed europei) vengono sabotati. Politici e giornalisti accusano Mosca. Mykhailo Podolyak, principale consigliere di Zelensky, dichiara: «La fuga di gas dal Nord Stream 1 non è altro che un attacco terroristico pianificato dalla Russia e un atto di aggressione nei confronti dell’Ue. La Russia vuole destabilizzare la situazione economica in Europa e provocare il panico pre-inverno». La von der Leyen minaccia risposte durissime: “È fondamentale ora indagare sugli incidenti, ottenere piena chiarezza sugli eventi e sul perché. Qualsiasi interruzione deliberata delle infrastrutture energetiche europee attive è inaccettabile e porterà alla risposta più forte possibile”. Poi, mesi dopo, veniamo a sapere che sono stati gli ucraini (probabilmente con l’aiuto dei servizi segreti occidentali) a realizzare “un attacco terroristico e un atto di aggressione nei confronti dell’Ue”. La verità viene a galla e la von der Leyen smette di parlare dei gasdotti sabotati.
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