La scena al Palazzo di Vetro
All’Assemblea generale dell’Onu, l’ingresso di Benjamin Netanyahu è stato accolto da fischi e dalla uscita dall’aula di decine di delegazioni, tra cui la Spagna, lasciando l’emiciclo visibilmente svuotato. Il premier israeliano ha atteso impassibile tra applausi e richiami all’ordine, poi ha iniziato un intervento durissimo che ha immediatamente polarizzato la platea.
Le parole chiave del discorso
Netanyahu ha ribadito che Israele vuole “finire il lavoro a Gaza il più velocemente possibile”, negando le accuse di genocidio e carestia: “È uno scherzo: evacuiamo i civili e stiamo deliberatamente sfamando Gaza. Se manca cibo è perché Hamas lo ruba”.
Ha attaccato i Paesi che in queste settimane hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina, definendolo “un marchio di vergogna”, e ha accusato “molti leader” di aver “ceduto ad Hamas quando le cose si sono fatte difficili”.
Diretto l’appello ai miliziani: “Lasciate gli ostaggi e deponete le armi: chi lo farà vivrà, chi non lo farà sarà perseguitato”. Il premier ha anche mostrato cartelli “quiz” contro Iran, Hamas, Hezbollah e Houthi, e una spilla con QR code che rimanda a materiale sulle atrocità del 7 ottobre.
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