Notizie Italia oggi: 26-09-2025

Il 26 settembre 2025 si configura come una giornata densa di avvenimenti in Italia

Il 26 settembre 2025 si configura come una giornata densa di avvenimenti in Italia, con intrecci tra politica nazionale, crisi internazionali, manifestazioni sociali e tensioni economiche. In un contesto geopolitico molto turbolento – dalla guerra in Medio Oriente al conflitto Russia-Ucraina – l’Italia assume un ruolo attivo e al tempo stesso delicato, trovatasi spesso nella posizione di cercare un equilibrio tra solidarietà internazionale, vincoli diplomatici, pressioni interne e limiti istituzionali.

In questo articolo esploreremo i principali filoni di notizia oggi: la posizione italiana nella crisi israelo-palestinese, la mobilitazione sociale sul tema di Gaza, il dibattito politico nazionale (compresi interventi a livello internazionale come l’Onu), le attese elettorali regionali, le contestazioni economiche, gli scandali e casi giornalistici, e altri temi minori che contribuiscono a dare uno spaccato del paese in questa giornata.

1. Il ruolo italiano nella crisi israelo-palestinese e le tensioni diplomatiche

1.1 La Flotilla e la risposta italiana

Uno dei temi più caldi in queste ore riguarda la cosiddetta “Flotilla” per Gaza e il ruolo che l’Italia vuole giocare in merito. Secondo le fonti, la Flotilla – ovvero la spedizione di navi civili con aiuti umanitari diretti nella Striscia di Gaza – ha respinto l’offerta di mediazione proposta dal governo italiano. Sky TG24

Il governo, tramite il ministero degli Esteri, ha sconsigliato di proseguire nella stessa modalità operativa, segnalando rischi per la sicurezza delle navi che si avvicinassero a zone contese o “in acque israeliane”. Sky TG24 Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha precisato che “in acque israeliane non possiamo garantire la sicurezza”. Sky TG24

Parallelamente, è stata decisa la sostituzione della nave “Fasan” con la “Alpino” per continuare la missione — ma attenzione: la partecipazione italiana sarà “solo in acque internazionali”, cioè al di fuori del blocco navale israeliano, secondo le indicazioni ufficiali. il manifesto

Questa scelta mostra la difficoltà per l’Italia di coniugare l’azione umanitaria con la prudenza diplomatica e militare, nonché con le proprie responsabilità internazionali. Da un lato, l’opinione pubblica italiana è fortemente mobilitata dal dramma di Gaza; dall’altro, il governo non vuole oltrepassare limiti che potrebbero portare a incidenti con Israele o alla rottura diplomatiche.

1.2 Il discorso italiano alle Nazioni Unite

Il contesto internazionale è segnato anche dall’intervento della premier italiana Giorgia Meloni all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Secondo l’edizione de il manifesto del 26 settembre, il discorso di Meloni ha ricevuto numerose critiche per somigliare più allo stile “populista” statunitense che a un discorso diplomatico multilaterale. il manifesto

Meloni ha attaccato la “burocrazia” delle Nazioni Unite, denunciato le “migrazioni di massa”, e criticato le cosiddette magistrature politicizzate, oltre a manifestare preoccupazioni per l’“ecologismo insostenibile”. il manifesto L’unica cautela è stata riservata a Netanyahu, definito in eccesso, ma comprensibile come reazione. il manifesto

Il punto è che l’Italia, pur cercando di coltivare un’immagine “forte” in politica estera, si trova a dover bilanciare critiche esterne (per la scarsa incisività nelle crisi) con pressioni interne (movimenti di opinione e mobilitazione popolare). Il discorso dell’Italia all’Onu, dunque, può essere letto anche come un tentativo di riaffermare una voce nazionale in un contesto internazionale che sta subendo scosse geopolitiche continui.

1.3 Reazioni, rischi e scenari futuri

L’atteggiamento dell’Italia non è privo di rischi. Da un lato, una partecipazione troppo “proattiva” alla Flotilla potrebbe provocare scontri navali o contestazioni diplomatiche da parte di Israele. Dall’altro, una posizione eccessivamente cauta potrebbe essere percepita come indifferenza o complicità nei confronti del blocco di Gaza – con ripercussioni politiche interne.

Inoltre, la crisi mediorientale ha sviluppi imprevedibili: se la guerra si estende o si intensifica, l’Italia potrebbe trovarsi chiamata a gestire crisi umanitarie, flussi migratori e pressioni internazionali sugli armamenti. Il tema degli aiuti umanitari, in particolare, sarà centrale nei prossimi giorni.

Infine, la posizione italiana all’Onu e la collaborazione diplomatica con altri paesi europei saranno osservate da vicino: riuscirà l’Italia a giocare un ruolo da “ponte” tra le posizioni del blocco occidentale e le esigenze umanitarie? O sarà rimessa in una posizione subordinata alle decisioni più forti dell’Unione Europea e degli Stati Uniti?

2. Mobilitazione sociale: scioperi, proteste e manifestazioni per Gaza

2.1 Lo sciopero generale per Gaza

In Italia nelle ultime settimane si è svolto uno sciopero generale contro la complicità italiana nella guerra a Gaza. Secondo fonti inglesi, lo sciopero è stato convocato da sindacati di base (USB, CUB, SGB, USI e altri) e ha visto la partecipazione di decine di migliaia, forse centinaia di migliaia, di persone tra manifestazioni, presidi e blocchi locali. Wikipedia

In particolare, lo sciopero è stato motivato dalla richiesta di fermare la spedizione di armi dagli scali portuali italiani verso Israele e di interrompere ogni forma di cooperazione che possa alimentare il conflitto. Wikipedia

Le proteste sono state diffuse su almeno 75 comuni italiani (oltre che in San Marino e Ticino, in Svizzera), creando momenti di tensione in città come Milano e Bologna. Wikipedia A Milano, secondo stime, almeno 60 persone sono rimaste ferite e ci sono state circa 18 persone arrestate. Wikipedia

2.2 Impatto nei servizi e nella vita quotidiana

Lo sciopero ha avuto ricadute concrete: molti servizi sono stati sospesi o rallentati. Secondo il sito Vivere, l’Italia “si ferma per Gaza”: treni, autobus, scuole e altri servizi pubblici sono a rischio interruzione. vivere.it

Questo tipo di manifestazione – che va ben oltre una protesta simbolica – mette in difficoltà l’operatività quotidiana e costringe il governo a rispondere in modo pubblico. La comunicazione ufficiale ha invitato alla prudenza e sollecitazioni per mantenere ordine, mentre le forze dell’ordine e le prefetture hanno mobilitato risorse per garantire la sicurezza.

2.3 Il clima di opinione e la pressione su istituzioni

La mobilitazione suggestiva ha generato un clima di forte pressione su istituzioni e partiti. In molte piazze italiane, appelli per Gaza si sono affiancati a slogan contro la politica estera italiana, richieste di trasparenza sulla coop- erazione militare e solidarietà verso i civili palestinesi.

Partiti dell’opposizione, movimenti sociali e associazioni umanitarie accentuano la critica al governo, chiedendo scelte più nette e meno ambigue. Il fatto che lo sciopero fosse «generale», e non confinato a settori minoritari, è anche sintomo di quanto il tema abbia permeato l’opinione pubblica.

In termini di storia politica, queste tensioni richiamano momenti in cui la società italiana – in contesti internazionali caldi – ha manifestato clamorosamente per distinguere la propria posizione. Il governo oggi si trova nella condizione di dover “convivere” con una piazza critico e in rivolta, anche se non per ogni città la mobilitazione è stata omogenea.

3. Politica interna, partiti e cronaca nazionale

3.1 Scandali, tensioni e tematiche interne

Tra le notizie che emergono oggi nel panorama italiano vi è un caso che coinvolge il marchio di moda Cucinelli. Secondo Il Fatto Quotidiano, Cucinelli è accusato di aver venduto a Mosca, violando sanzioni dell’Unione Europea. L’effetto è stato un crollo del titolo in borsa: -17 %. Il Fatto Quotidiano

Questo caso diventa emblematico di quanto il tema delle sanzioni contro la Russia sia delicato e quanto le imprese italiane possano trovarsi in territori grigi, dove azioni commerciali rischiose possono essere oggetto di controsservazioni internazionali e interne. L’attenzione su questioni di compliance è più alta che mai.

Un altro tema caldo riguarda la vendita dello stadio San Siro a Milano: è stato segnalato che la trattativa è nuovamente rinviata, e che emergono rischi legati alla criminalità organizzata nella gestione del dossier. L’ex prefetto di Milano, Mario Dalla Chiesa, ha ammonito sulla possibilità che ci siano intrecci oscuri legati al progetto. Il Fatto Quotidiano

Nel panorama politico, emergono tensioni anche nelle regioni che stanno per votare. Per esempio, nelle Marche, dove le elezioni regionali si svolgeranno il 28–29 settembre, il candidato di centrodestra Francesco Acquaroli (attuale Presidente) punta alla riconferma contro Matteo Ricci del Partito Democratico, in coalizione con forze di sinistra e civiche. Wikipedia

Un altro aspetto da segnalare riguarda le accuse rivolte alla premier Meloni: nei titoli dei giornali, è diffusa la frase “Meloni come Kirk” – con riferimento al controverso leader del partito No Labels, David Kirk – e anche “Sono una Donald”, che suggerisce la retorica politica aggressiva che Meloni avrebbe adottato al suo discorso all’Onu. Agenzia Dire+2il manifesto+2

In particolare, Dire sottolinea che molte prime pagine oggi titolano sull’accostamento “Meloni come Kirk”. Agenzia Dire Il giornale il manifesto indica che nel discorso all’Onu Meloni ha criticato le magistrature, l’ecologismo e le migrazioni in termini che ricorderebbero discorsi più tipici di leader populisti. il manifesto

3.2 Le cronache delle città

Nelle città, oltre al tema San Siro a Milano, emergono altre cronache rilevanti:

  • A Padova, una troupe del programma Porta a Porta è stata aggredita durante un reportage sulle baby gang. La cronaca richiama questioni di ordine pubblico, sicurezza urbana e libertà di stampa. Agenzia Dire

  • In Valle d’Aosta, si segnala che nelle prossime elezioni regionali si presentano solo forze autonomiste: il Partito Democratico tenta di mantenere qualche posizione nel governo locale. Il Fatto Quotidiano

  • A Taranto, emerge un flop nella gara dell’Ilva: l’offerta del gruppo Jindal sarebbe in bilico se non addirittura respinta. Una situazione che rischia di lasciare il destino dell’industria metallurgica locale in stallo. Il Fatto Quotidiano

  • In Calabria, Ryanair pare intervenire nel dibattito sul turismo e i trasporti, offrendo spunti polemici al presidente regionale Occhiuto. Il Fatto Quotidiano

Questi episodi locali contribuiscono a disegnare il volto dell’Italia “medio-grande”, con problemi di sicurezza urbana, infrastrutture, gestione dei grandi progetti e tensioni istituzionali.

3.3 Il discorso politico e la sfida interna al governo

All’interno della coalizione di governo e nella maggioranza parlamentare si notano segnali di insofferenza. Il governo Meloni, che si trova costantemente sotto pressione dalle piazze e dai media, deve fare i conti con la gestione dei temi esteri (Gaza, Russia-Ucraina) e con le questioni interne (economia, giustizia, trasparenza).

Il discorso all’Onu, come accennato, è stato interpretato da alcuni come un tentativo di profilarsi come governo “forte” e indipendente, ma al contempo rischia di generare polemiche sull’irritazione di ambienti diplomatici e opinione pubblica.

L’opposizione cerca di capitalizzare le tensioni sociali e le contraddizioni del centrodestra: eventuali errori nella gestione della Flotilla, o fughe di notizie sui casi di evasione o violazioni di sanzioni, possono costare caro sul piano politico.

Infine, il tema delle elezioni (in particolare quelle regionali) assume un’importanza crescente: molte forze politiche guardano a queste consultazioni come un banco di prova, soprattutto in un momento in cui l’attivismo sociale e le tensioni internazionali stanno polarizzando l’elettorato.

4. Economia, finanza e scenari di rischio

4.1 Il caso Cucinelli e le sanzioni

Il già citato caso Cucinelli si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà per le imprese italiane che operano nei contesti internazionali: violazioni reali o percepite delle sanzioni contro la Russia possono avere conseguenze reputazionali, legali e finanziarie. Il crollo del titolo del marchio testimonia la sensibilità dei mercati. Il Fatto Quotidiano+1

In questa fase, le imprese italiane devono vigilare con molta attenzione sulla compliance internazionale, sui rapporti con fornitori esteri e sugli eventuali canali che, anche indirettamente, possano essere soggetti a regime sanzionatorio.

4.2 Innovazione finanziaria: stablecoin europea

Un’importante notizia che arriva dal fronte finanziario è la nascita della prima stablecoin privata europea basata sull’euro. Questo progetto coinvolge nove banche europee, tra cui le italiane Banca Sella e UniCredit. Il consorzio si prepara a lanciare la moneta stabile nella seconda metà del 2026. Assinews.it

L’obiettivo è dotare l’Europa di uno strumento di pagamento digitale stabile e competitivo rispetto alle criptovalute dominanti legate al dollaro. Secondo François Villeroy de Galhau (membro del Consiglio direttivo della BCE), l’Europa rischia di perdere sovranità finanziaria se non spinge in questa direzione. Assinews.it

Questo annuncio si pone in un momento in cui l’innovazione fintech e le monete digitali stanno rimodellando il panorama dei pagamenti globali: l’Europa vuole non restare indietro. Ma ci sono sfide non trascurabili: regolamentazione, interoperabilità, stabilità, rischi di riciclaggio e fiducia dei consumatori.

4.3 Rischi sistemici e crisi finanziarie in vista

Sempre nel contesto della rassegna stampa assicurativa del 26 settembre, emerge che il settore finanziario non bancario è cresciuto molto negli ultimi anni – dai fondi d’investimento alle compagnie assicurative – contribuendo a una maggiore complessità del sistema economico. Assinews.it

La governatrice della BCE Christine Lagarde ha avvertito che le trasformazioni tecnologiche e finanziarie – benché portatrici di innovazione – possono anche generare rischi sistemici “noti in forme nuove”. Assinews.it

Per l’Italia, dove il tessuto economico è in molti casi fatto da PMI e imprese regionali, l’entrare in questi scenari significa affrontare tensioni di liquidità, investimenti e pressione internazionale sui costi del credito. I segnali che provengono dal mercato – come quelli legati al caso Cucinelli – sono indizi di quanto fragile possa essere l’equilibrio tra internazionalizzazione e regole globali.

5. Elezioni regionali e scenari locali

5.1 Le Marche: sfida all’ultimo voto

Una delle regioni più osservate in queste ore è certamente le Marche, che saranno chiamate al voto nei giorni 28–29 settembre 2025. Wikipedia+1 L’attuale presidente Francesco Acquaroli (centro-destra) punta a una rielezione contro Matteo Ricci (centro-sinistra), che guida un’ampia coalizione di forze progressiste, civiche e ambientaliste. Wikipedia

L’interesse per questa elezione è alto perché le Marche erano fino a poco tempo fa una roccaforte di centrosinistra, e il sorpasso del centro-destra ha rappresentato una spia dei mutamenti politici in regioni italiane tradizionalmente moderate. Il risultato potrebbe dare indicazioni anche per le strategie politiche nazionali in vista delle prossime politiche o delle prossime elezioni amministrative. Wikipedia+1

5.2 Altri casi regionali e proiezioni politiche

Oltre alle Marche, altre regioni guardano con attenzione alla distribuzione del consenso tra i partiti nazionali e locali. L’andamento delle consultazioni regionali può segnalare potenziali spostamenti d’opinione, particolarmente sensibili in questo momento.

Ad esempio, l’autonomismo in Valle d’Aosta sembra forte, al punto che le forze autonome sono quasi le uniche a presentarsi con chance reali di governare. Il Fatto Quotidiano Il Pd e altre forze nazionali cercano di mantenere presenze “residuali” nelle regioni con forte identità locale.

In definitiva, queste elezioni regionali assumono oggi un significato politico nazionale: chi vince può vantarsi di traino e legittimazione, chi perde è costretto a ripensare strategie territoriali e nazionali.

6. Media, opinione pubblica e comunicazione politica

6.1 I titoli di giornata e la costruzione dell’agenda

Come spesso accade, i titoli dei quotidiani orientano la percezione pubblica. Il giorno 26 settembre i titoli a tutta pagina includono frasi come “La battaglia dei cieli”, “Sono una Donald”, “Meloni come Kirk” — tutti titoli che enfatizzano tensione, conflitto, e personaggi forti. Agenzia Dire+2il manifesto+2

Ad esempio, Dire riporta le prime pagine dei giornali con titoli che riflettono la mobilitazione internazionale e le tensioni politiche: “Trump, attacco a Onu e Europa” e “Addio a Claudia Cardinale, bellezza ribelle del cinema italiano” sono fra i titoli segnalati. Agenzia Dire

La scelta di titoli aggressivi, di accostamenti con figure “populiste” (Donald, Kirk), di metafore militari (“battaglia dei cieli”) è indicativa della narrazione dominante: l’Italia è immersa in uno scenario conflittuale, nei cieli delle relazioni internazionali e nei battiti della politica interna.

6.2 Il ruolo dei mezzi d’informazione e nuovi programmi

Tra i nuovi sviluppi nel panorama mediatico, spicca il programma Dentro la notizia, lanciato il 1º settembre 2025 su Canale 5 (in simulcast su TGcom24), con la conduzione di Gianluigi Nuzzi. Wikipedia Fino al 26 settembre va in onda dalle 16:45 alle 18:45 (con piccole variazioni), con una formula articolata in segmenti. Wikipedia

Il lancio di nuovi format informativi come questo rivela la crescente competizione nel settore dell’informazione televisiva: chi riesce a proporre un “talk” con presa sull’attualità, con commenti incisivi e testimonianze sul campo può acquisire credibilità. Certamente, in un periodo così politicamente polarizzato, programmi come Dentro la notizia saranno scrutati per le linee editoriali e le affinità con schieramenti politici.

6.3 Opinione pubblica e sondaggi emergenti

Non sono al momento disponibili dati sondaggi “freschi” nel mio materiale, ma è chiaro che la mobilitazione sociale e la partecipazione politica stanno crescendo, con un’attenzione forte verso temi esterni (Gaza, Medio Oriente) che tradizionalmente non incidevano profondamente sulle scelte degli elettori italiani. Il contesto internazionale è diventato un fattore rilevante anche per il consenso interno.

In questo clima, le forze politiche che sapranno legittimarsi come “attive” sui temi internazionali e coerenti nelle scelte di politica estera potrebbero guadagnare terreno, mentre chi appare ambiguo o reticente – specie in presenza di scandali o accuse – rischia di essere penalizzato.

7. La dimensione internazionale: conflitti e orientamenti strategici

7.1 Russia-Ucraina: tensioni nei cieli della NATO

Anche se non è notizia esclusivamente italiana, il conflitto tra Russia e Ucraina rappresenta uno sfondo costante nelle decisioni della politica estera italiana. Il 26 settembre è emersa una nuova provocazione russa: quattro jet russi sono stati intercettati vicino all’Alaska, e altri aerei militari si sono avvicinati allo spazio aereo lettone. Sky TG24

La tensione cresce: Mosca ha ammonito che l’abbattimento di jet russi da parte della NATO sarebbe considerato un atto di guerra. Sky TG24 Il generale russo intervistato ha stimato che l’Ucraina avrebbe perso 1,7 milioni di soldati durante il conflitto. Sky TG24

Per l’Italia, membro dell’alleanza atlantica e stretta all’Europa, queste dinamiche sono rilevanti: occorre decidere quanto rafforzare la cooperazione militare, come modulare l’invio di supporti all’Ucraina, e come gestire eventuali ripercussioni economiche e diplomatiche con la Russia. Il posizionamento italiano – ad esempio nei summit europei o NATO – sarà sotto scrutinio.

7.2 Il Medio Oriente, la Palestina e il futuro della diplomazia italiana

Come già evidenziato, la crisi di Gaza è un tema centrale. L’Italia si trova in una posizione di mediazione delicata: vuole essere percepita come un paese credibile nella solidarietà umanitaria, ma al tempo stesso non può trascurare le costrizioni diplomatiche con paesi come Israele e le alleanze occidentali.

La decisione della Flotilla (e il rifiuto della mediazione) segnala che l’Italia non può controllare direttamente tutte le iniziative della società civile internazionale, ma deve saper rispondere con decisione per non apparire passiva.

In più, l’Italia – come altri paesi europei – potrebbe essere coinvolta in negoziati futuri per la pace o accordi di riconciliazione. La postura diplomatica e l’autorevolezza italiana dipenderanno molto dalla coerenza nelle scelte, dalla capacità di mantenere relazioni con Israele, Stati Uniti e paesi arabi, e dall’abilità di non venire percepita come mero “braccio” esterno.

7.3 L’Europa, la sovranità digitale e le sfide della globalizzazione

Il tema della stablecoin europea è un elemento che ricollega l’Italia al progetto europeo più ampio di sovranità tecnologica e finanziaria. Se l’Europa riuscisse a costruire un’infrastruttura monetaria digitale robusta, l’Italia – che partecipa al consorzio con banche come UniCredit e Banca Sella – potrebbe avere un ruolo di primo piano. Assinews.it

Allo stesso tempo, le pressioni della globalizzazione finanziaria, dell’innovazione e dei mercati impongono scelte strategiche. Paesi che mancano la transizione digitale possono rimanere periferici: non è un caso che la BCE stia già osservando i rischi di instabilità nel settore non bancario. Assinews.it

Pertanto, l’Italia deve guardare oltre il presente conflitto e collocarsi in una traiettoria europea di modernizzazione, compatibile con le sue vocazioni industriali e le sue debolezze strutturali.

8. Scenari possibili per i prossimi giorni

8.1 Evoluzione della Flotilla e delle relazioni con Israele

Una delle questioni aperte è se la Flotilla riuscirà davvero a superare il blocco navale e consegnare gli aiuti a Gaza. Qualora ci fossero scontri navali, l’Italia potrebbe essere investita in un incidente diplomatico e militare. Se invece il progetto fallisse, diverrebbe un punto di frizione politico interno ed esterno.

In parallelo, la reazione israeliana non potrà essere sottovalutata: blocchi navali, attacchi mirati alle imbarcazioni, pressioni diplomatiche su paesi intermedi, possibili sanzioni o rappresaglie. L’Italia deve prepararsi anche a scenari di escalation.

8.2 Ripercussioni politiche interne

Se la mobilitazione sociale continua, potrebbe crescere l’ampiezza delle proteste e l’attenzione su temi come l’uso dei porti italiani per armi, sull’autonomia delle decisioni estere, sul ruolo del Parlamento nel controllo di missioni internazionali. Il governo dovrà trovare modalità per rispondere senza cedere all’instabilità.

Inoltre, gli scandali aziendali (Come il caso Cucinelli) o legati ai dossier locali (San Siro, Ilva) possono erodere il consenso del centrodestra, anche se il governo riuscisse a gestire bene la crisi estera.

Le elezioni regionali – particolarmente nelle Marche – diventeranno un banco di prova per la solidità del consenso e per la capacità del centrodestra di mantenere il controllo nelle Regioni.

8.3 Tensioni finanziarie e scelte economiche

Un cattivo andamento delle aziende esposte sui mercati internazionali, insieme ai rischi di instabilità nel sistema non bancario, potrebbe generare turbolenze finanziarie. Le banche italiane e le imprese dovranno gestire le esposizioni estere con prudenza, e il governo sarà probabilmente chiamato a monitorare i rischi sistemici più da vicino.

Sul fronte delle criptovalità e della sovranità digitale europea, il progetto stablecoin europea ha bisogno di una governance robusta e di fiducia: se dovesse fallire o subire contraccolpi, la reputazione europea potrebbe risentirne. L’Italia non può permettersi errori tardivi in un ambito così strategico.

9. Riflessioni e contesto storico

L’Italia del 26 settembre 2025 si trova in un crocevia: da una parte le pressioni internazionali, le crisi umanitarie, le alleanze strategiche; dall’altra, una società civile mobilitata come raramente accade in queste dimensioni, e una scena politica esposta e polarizzata. Qualche spunto di riflessione:

  1. La globalizzazione del localismo
    Temi apparentemente “internazionali” – come Gaza o la guerra in Ucraina – vengono recepiti con intensità anche in contesti locali (piazze, città). Le comunità italiane sono più connesse al mondo rispetto al passato, e chiedono che le scelte politiche estere abbiano corrispondenza con il sentimento delle persone.

  2. Il “dovere morale” e i vincoli realpolitici
    Il governo italiano deve navigare tra l’impulso morale della solidarietà e i vincoli tattici della diplomazia, della sicurezza, degli accordi internazionali. Ogni scelta – anche quella di “non intervenire” – rischia di avere un costo reputazionale.

  3. L’epoca del conflitto come norma
    Siamo in un tempo in cui l’Europa e l’Italia si trovano a fronteggiare crisi multiple contemporanee: guerre, migrazioni, instabilità finanziaria, cambiamenti climatici. La politica nazionale non può più “ignorare” l’internazionalizzazione, perché ogni crisi esterna ha ricadute interne.

  4. La capacità di leadership e di credibilità
    Per fare la differenza, l’Italia ha bisogno non solo di slogan o simboli, ma di coerenza, trasparenza nelle scelte, e una comunicazione che ascolta le preoccupazioni della società. Il rischio è di apparire schizofrenica: da un lato “forte” nei discorsi, dall’altro incerta nelle azioni.

  5. Il futuro del coinvolgimento democratico
    Lo sciopero generale, le manifestazioni, il desiderio di partecipazione indicano che la democrazia italiana – pur con i suoi limiti – mostra zone di vivacità. Il rischio è la delusione: se le istituzioni reagiranno chiudendosi o con repliche tecnocratiche, possono acuire il distacco tra cittadini e politica.

Conclusione

Il 26 settembre 2025 in Italia non è un giorno come gli altri: le linee del dibattito pubblico si sono incrociate in modo esplosivo tra politica estera, mobilitazione sociale, economia e scelte territoriali. L’Italia non è un mero spettatore degli eventi globali, ma un attore che cerca, tra difficoltà e contraddizioni, di ritagliarsi uno spazio coerente e credibile.

Nei prossimi giorni sarà essenziale osservare:

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