(dall’inviato a Parigi) – Ai punti, alcuni straordinari, di Raffaello Nadal il Philippe Chatrier ha esultato, con gli occhi lucidi, sapendo che le cose belle hanno una fine. Il match dell’addio parigino del maiorchino contro Sascha Zverev è stato un rito collettivo, un’opera d’arte vivente che 15mila fortunati hanno potuto vivere col fiato sospeso sotto il tetto di uno degli stadi più belli del pianeta: è nata e terminata in 3 ore. Silenzio e boati, sibili e scivolate, speranza e nostalgia. Le emozioni che bussano alla porta e non sai come accoglierle. C’è chi dice che il 22 volte campione Slam avrebbe dovuto ritirarsi prima: in molti ad un certo punto hanno pensato che fosse giusto.
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