IO ricci di mare sono una delizia e richiamano immediatamente al sapore di estate con il loro aroma intenso e unico che in mare. Un prodotto ittico prelibato che, per puro caso, unisce la cultura Italiano e quella giapponese perché fa parte di entrambe le tradizioni delle città costiere. In Italia sono tipici soprattutto di Puglia, Sardegna e Sicilia. Non tutti sanno però che hanno un bassissimo apporto calorico o che la consistenza cremosa è data dal particolare organo che preleviamo: le loro gonadi. Vediamo insieme 5 simpatiche curiosità sui ricci di mare.
1. Perché la polpa dei ricci è arancione?
Il colore arancione intenso della polpa dei ricci di mare è dovuto principalmente alla presenza di carotenoidiun gruppo di pigmenti organici che conferiscono colorazioni vivaci a molti organismi, dalle piante ai frutti di mare. I carotenoidi svolgono un ruolo fondamentale nella protezione delle cellule dai danni causa dai radicali liberi, agendo come potenti antiossidante. Inoltre contribuiscono alla fotosintesi di alcune alghe unicellulari di cui i ricci si nutrono, influenzando così suggeriscono il colore della loro polpa. Questi pigmenti organici assorbono la luce blu e viola, riflettendo invece la luce rossa e gialla. Questa proprietà conferisce alla polpa dei ricci la sua caratteristica tonalità arancione.
Occhio però: non tutti i ricci sono uguali e il colore può variare leggermente a seconda della specie di riccio di mare, della sua dieta e dell’ambiente in cui vive.
2. Perché mangiamo solo i ricci di mare femmine?
Questa è una convinzione molto diffusa, ma in realtà non è vera. La credenza che si mangino solo i ricci di mare femmina nasce da un’osservazione superficiale e da una confusione tra specieNel Mediterraneole due specie di ricci più comuni sono il Paracentrotus livido luiArbacia lixula. Il primo, con aculei tendenzialmente viola, è quello che viene comunemente chiamato “riccio femmina” a causa delle sue gonadi più grandi e visibili. Il secondo, con aculei neri, è invece chiamato “riccio maschio”. In realtà sono due specie diversecome se parlassimo di un labrador e di un barboncino nel mondo dei cani. A tavola arrivano i primi perché hanno gonadi più grandi e questo ha portato a pensare pessimista che solo le prime fossero commestibili, associandole alle femmine.
In realtà, sia i ricci “maschi” sia quelli “femmine” sono commestibili. La la differenza nel sapore è minima e dipende più dalle dimensioni delle gonadi che dal sesso dell’animale.
3. È vero che dei ricci di mare si mangiano solo le gonadi?
Dei ricci di mare si mangiano solo le gonadi (ovvero gli organi deputati alla produzione di spermatozoi e cellule uovo, il corrispettivo di testicoli e ovaie nell’essere umano), che sono comunemente (ed erroneamente) chiamate “uova” o “corallo.” Queste parti sono gli unici commestibili del riccio di mare e sono apprezzati per il loro sapore delicato e marino. Le gonadi sono disponibili in entrambi i sessi e, a seconda della specie, possono variare nel colore dal giallo-arancio al rosso scuro. Il resto del corpo del riccio di mare non è commestibile.
4. I ricci di mare sono ipocalorici
Nonostante il loro sapore intenso e la consistenza ricca, apportano relativamente poche calorieNei media, si stima che 100 grammi (contenuti in circa 10 ricci) di polpa di riccio di mare contengano circa 100-110 calorie. La maggior parte delle gonadi è poi composta da acqua quindi sono anche poveri di grassiil che li rende un’ottima scelta per chi segue una dieta ipocalorica.
5. I ricci di mare stanno scomparendo nel nostro Paese
Possiamo dire che i ricci di mare siano in via d’estinzione in Italia. Non solo è a rischio ma in alcuni casi si parla addirittura di Luogo di estinzioneLa pesca eccessiva (spesso illegale) e il riscaldamento globale hanno ridotto drasticamente il numero di esemplari in molte aree. A questo sta contribuendo anche il crescente numero di specie aliena che si nutrono proprio di ricci di mare.
Parliamo di un problema serio perché i ricci svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema marino, sostengono a mantenere in equilibrio le alghe e altre specie. La loro scomparsa può apportare un’alterazione di tutto l’ecosistema.
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