storia e ricetta del “cannolo estivo” tipico di Sciacca


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Quando si parla di dolci siciliani, tra i primi a venire in mente, insieme alla cassata e al gelato servito con la briochinanon c’è dubbio che cannoloTuttavia, nel cuore di Sciacca, una città marinara in provincia di Agrigento, esiste una delizia meno conosciuta ma altrettanto appetitosa: le ovuli murini (o anche uova murine).Questa variante, considerata una versione estiva del cannolononostante la sua minor fama rispetto ai colossi della pasticceria siciliana, è profondamente radicata nella cultura e tradizione locali. E noi oggi ti sveleremo la storia, le caratteristiche e la ricetta delle uovo murino.

Le ova murina: un legame storico con la Sicilia

Il uova murine di Sciacca non sono solo un dolce, ma un patrimonio che racconta la storia della Sicilia attraverso i suoi ingredienti e le sue tradizioni culinarie. Originariamente sviluppate in un contesto di necessità e inventiva, queste delizie rappresentano un legame vivo con il passato della regione. Durante il periodo della dominazione araba in Siciliaa, nuovi ingredienti come la cannella furono introdotti nell’isola, arricchendo il panorama gastronomico locale. Successivamente, con le scoperte geografiche europee e il commercio transatlantico, ingredienti esotici come il cacao e la vaniglia arricchirono ulteriormente la cucina siciliana.

Questi elementi si sono fusi con le tecniche culinarie locali per creare piatti unici che riflettono l’influenza culturale moresca. Con il tempo, queste preparazioni sono diventate simboli di festività e celebrazioni, spesso legati a leggende e racconti tramandati di generazione in generazione. In particolare, le ova a murina sono diventate simbolo del legame indissolubile tra Sciacca e la sua ricca storia marittima e agricola, simboleggiando una perfetta fusione tra i doni della terra e del mare.

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Innovazione monastica in cucina: la nascita delle ova a murina

None conventi sicilianio, la produzione di dolci ha origini medievali. Durante il Medioevo e il Rinascimento, questi luoghi di cultura e apprendimento trasmettevano anche le arti culinarie: i dolci prodotti spessi legati alla festività religiosa oa celebrazioni particolari, con ingredienti donati dai benefattori o raccolti nei giardini conventuali, come mandorle, agrumi e spezie. Un momento storico particolare si è verificato nel XVII secoloall’interno delle mura della Badia Grande a Sciaccain occasione della visita di Carlo V d’Asburgo. La produzione di ricotta era rallentata a causa del periodo di asciutta delle pecore, impedendo la realizzazione dei tradizionali cannoli. Le monache, quindi, furono costrette a reinventare questo dolce: sostituirono la scorza di cannolo con una crêpe arricchita di cacao e caffèe crearono un nuovo ripieno crema di latte con zuccaovvero zucca candida.

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Cosa vuol dire uova murine?

Il nome del dolceche può essere scritto come “ova ​​a murina”, “ova ​​murina” o “ova ​​murine” suscita interesse e discussioni. Una teoria suggerisce che derivi dall’aspetto del dolce, simile al colore scuro esterno e chiaro interno del pesce murena. Un’altra interpretazione collega il nome alle “uova moresche“, riferendosi agli ingredienti come cacao, cannella e vaniglia, introdotti in Sicilia durante la dominazione araba, e sottolineando l’influenza moresca nella cucina siciliana. Queste interpretazioni arricchiscono la comprensione delle radici culturali e storiche del dolce.

Uova di topo: la ricetta

Oggi l’ova a murina è riconosciuta come simbolo del patrimonio gastronomico di Sciacca, tanto da essere stata insignita del marchio De.Co (Denominazione Comunale), testimoniando così il legame indissolubile con il territorio. Ogni famiglia a Sciacca personalizza la ricetta, aggiungendo ingredienti che riflettono il proprio gusto personale, come l’aggiunta di un cucchiaio di marsala o del cedro candito, ma mantenendo le basi che celebrano la storia e la cultura di questa meravigliosa città.

Ingredienti per 6-8 persone

Per le crespelle

Ingrediente Dose
Zucchero 100 gr
Farina di mandorle 80 gr
Amido di mais 10 gr
Uova 3
cacao amaro in polvere 3 cucchiai
caffè in polvere 1 cucchiaino
cannella in polvere 1 cucchiaino
asino qb

Per la crema

Ingrediente Dose
Latte macchiato 500 ml
Zucchero 80 gr
Amido di mais 50 gr
Baccello di vaniglia 1
Limone 1

Per il ripieno

Ingrediente Dose
Gocce di cioccolato 60 gr
Zuccata 50 gr

Perdecorare

Cannella in polvere qb
Zucchero a velo qb

Procedimento

Inizia preparando la pastella: in una capiente ciotola monta le uova con lo zucchero. Aggiungere la farina di mandorle e l’amido di mais, la cannella in polvere, il caffè e il cacao. Mescola bene per eliminare eventuali grumi. Lasciare riposare per 10 minuti, quindi ungi una padella da crêpes con una noce di burro e versare un mestolo di impasto. Distribuiscilo in modo da creare un disco e lascialo cuocere a fiamma bassa, fino a quando sulla superficie appariranno le bollicine.

Solleva il bordo e, quando ti accorgi che la crespella viene via facilmente, girala. Continua la cottura per pochi secondi, quindi toglila e mettila su un piatto. Ripeti per formare nuove crespelle fino al completamento dell’impasto.

Ora occupati della crema di latte: in un pentolino, fai sciogliere lo zucchero con il latte, facendolo scaldare a fiamma dolce. Apri il baccello di vaniglia, con un coltellino raschia i semi e versali nel latte. Unisci l’amido e la scorza di limone e mescola fino a raggiungere la densità desiderata. Trasferiscila in una ciotola, elimina la scorza di limone e copri con la pellicola a contatto per evitare la formazione della pellicola, quindi lasciala raffreddare completamente.

È il momento della farcia: stendi una crespella sul piano di lavoro. Trasferisci la crema di latte in una sac à poche con la bocchetta liscia e larga. Farcisci il centro della crespella per la sua lunghezza, aggiungi le gocce di cioccolato e la zuccata. Chiudi la crespella a mò di cannolo, capovolgi l’apertura verso il basso e, infine, spolverizza con cannella in polvere e zucchero a velo.



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